Chi sono io, chi sei tu
E così Tremonti mi conferma che io sono di sinistra. Intervistato da Aldo Cazzullo sul Corriere (non l’ho trovato online), Tremonti dice: "la rilevanza politica di queste regionali non è tanto nella lotta per il potere, quanto nella progressiva emersione di due visioni del mondo e della vita". (Altro che impoverimento!). "Mi colpisce la mutazione in corso dentro la sinistra. La struttura politica della sinistra si è storicamente basata sul marcatore nuovo-vecchio. Ora la sinistra, tanto riformista quanto rivoluzionaria, ha sostituito il marcatore storico con la dialettica esterno-interno. Improvvisamente il marcatore della sinistra è diventato il primato dell’esterno sull’interno".
A me sta bene. Forse avrei preferito una formulazione più dialettica, l’avrei messa in termini ancora più astrusamente filosofici (di sinistra è chi ritrova il proprio interno nell’esterno, e il proprio esterno nell’interno), ma va bene anche così. Chissà però se il liberale Tremonti, sicuramente più liberale di me, si è accorto che i termini esterno e interno, nella sua versione, possono essere sostituiti senza danno da un’altra coppia di aggettivi. Se se ne fosse accorto, si sarebbe accorto anche di aver posizionato la sinistra a favore di una società più aperta, e la destra a favore di una società più chiusa. Mi farebbe piacere sentire, su questo, il parere della nascente piattaforma liberale
Quanto poi all’esemplificazione in termini quotidiani che egli fornisce, non è che mi calzi a pennello, però è sintomatica di qual genere di emozioni la destra di Tremonti voglia suscitare: "A loro [alla sinistra] piacciono gli involtini primavera, a noi gli spaghetti; a loro il cuscus a noi la pizza. A loro piacciono i banchieri, a noi i piccoli imprenditori, gli artigiani, gli agricoltori. Per loro il campanile e il minareto sono la stessa cosa, per noi no. Per loro le merci globali a basso costo per i consumatori contano più del lavoro degli imprenditori e degli europei, per noi no. Per loro i giottini [i manifestanti di Genova] sono meglio dei carabinieri, per noi i carabinieri sono meglio dei giottini".
Io ho il forno a legna in casa: figuriamoci. E ho un conto fineco, anche perché gli sportelli ‘a terra’ delle banche non mi sembrano il massimo dell’efficienza. Però questa fortissima pulsione identitaria non la sento, e assaggiare il cuscus non mi dispiace. E nemmeno le banche mi dispiacerebbero se soltanto il settore fosse un po’ più aperto alla concorrenza.