P. S. Se c’è uno strumento del demonio, egli è certamente l’apparantemente innocua pianolina elettrica con orrendi motivetti metallici incoroporati e un paio di stramaledettissime pile duracell che durano in eterno.
P. S. Se c’è uno strumento del demonio, egli è certamente l’apparantemente innocua pianolina elettrica con orrendi motivetti metallici incoroporati e un paio di stramaledettissime pile duracell che durano in eterno.
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Pensierino del giorno
Papa Giovanni Paolo II nella Ut unum sint, sul cammino ecumenico, a proposito del rapporto della chiesa cattolica con le altre chiese cristiane e in particolare con le chiese d’oriente: "L’appellativo tradizionale di "Chiese sorelle" dovrebbe incessantemente accompagnarci in questo cammino" (n. 56). E più avanti si cita il Concilio: "Non fa meraviglia che alcuni aspetti del mistero rivelato siano talvolta percepiti in modo più adatto e posti in miglior luce dall’uno che non dall’altro, cosicché si può dire allora che quelle varie formule teologiche non di rado si completino, piuttosto che opporsi" (che gran cosa, doveva essere il Concilio!).
E ora quello che sarà Benedetto XVI: "In effetti, in senso proprio, Chiese sorelle sono esclusivamente le Chiese particolari (o raggruppamenti di Chiese particolari; per esempio i patriarcati o province metropolitane) tra di loro. Deve essere sempre chiaro, quando l’espressione Chiese sorelle viene usata in questo senso proprio, che l’una, santa, cattolica e apostolica Chiesa universale non è sorella ma madre di tutte le Chiese particolari" (Congregazione per la Dottrina della Fede "Nota sull’espressione CHIESE SORELLE", II, 10. La trovate qui, con commenti non proprio simpatetici. Qui invece trovate, tra le altre cose non simpatetiche, il testo della Dominus Jesus che è, lo riconosco volentieri, un superbo documento teologico).
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Attesa
Molto meritoriamente, quelli di hegel.net stanno costruendo un bel sito plurilingue ricco di materiale. Ho l’impressione che però in italiano fili un po’ peggio che nelle altre lingue. Da filosofo principiante, mi sono messo in cerca di un bel riassuntino facile facile. Il sito promette bene: ha le FAQ. In verità, un po’ mi preoccupa che tra le domande proposte, non ce ne siano a proposito della logica: mi pareva importante. Ma poi ripiego sul punto 6, in cui almeno si tratta della metodologia (?), e leggo: "6.1. Il Hegel è famoso per è duro per leggere, così come un principiante dovrebbe iniziare?" Non sono sicuro di capire. Ma la domanda successiva mi pare di grande aiuto: "6.2. Lei può riassumere la filosofia del Hegel per il principiante in poche parole?" Proprio quello che cercavo, il riassuntino! Salto la domanda 6.3, che proprio non capisco ("Molti scrittori pretendono Hegel sul loro lato, ma possono opporre anche l’un l’altro, dunque che sono Hegel i veri discepoli?) e la 6.4 e la 6.5 e la 6.6 (neanche questa si capisce troppo bene: "Come Hegel sono di maggior scritture l’un l’altro concernento?") e vado alle risposte, al riassuntino. Ahimè, "le risposte a 6.2 e 6.3 venendo presto".
Aspetterò.
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Ultimora
E così Massimo Bordin, rassegna stampa di Radio Radicale, ha letto l’inizio del mio pezzo sul Riformista (lo ascolto in replica adesso). Tre cose: mi onora del titolo di giornalista, ma giornalista ahimè non sono. Pronuncia tre volte il mio cognome, Adinolfi, con una o così chiusa, che neanche sopra la linea gotica; rimanda al resto del mio articolo, contenente, dice, considerazioni "non banali". E di questo lo ringrazio. (Ringrazio uno che stimo assai, e che ascolto quasi sempre).
(Il pezzo non è online, se andate qui, vi potete accontentare delle prime righe, intorno alle ore 8-02 oppure 9.38).
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Pensierino della notte
"Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull’applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all’aborto e all’eutanasia" (dalla Dignità a ricevere la santa comunione. Principi generali di JOSEPH RATZINGER, pubblicato da Carmilla)
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Veluti si
Mario Adinolfi pubblica "un breve sguardo sulla situazione del mondo": estratto dal discorso di Subiaco del primo aprile dell’allora cardinale Ratzinger, decisamente più interessante dell’omelia. Vi si legge fra l’altro che la vera lotta non è fra le grandi religioni, "da sempre in lotta le une contro le altre ma che, alla fine, hanno anche sempre saputo vivere le une con le altre" [alla fine, però], ma fra la/e cultura/e religiosa/e e quella irreligiosa e atea [che anche per questa un plurale, per distinguere, non disturberebbe]; vi si trova la minaccia del relativismo dogmatico [e su questo abbiamo già dato]; vi si dice in qual senso [in effetti: non in tutti i sensi] l’illuminismo è di origine cristiana, al punto che c’è fra essi "una profonda corrispondenza"; vi si ricorda che il cristianesimo è "la religione del logos" e che per esso il mondo proviene dalla ragione [cioè non da un Dio pazzerellone]; si propone infine ai laici di lasciar perdere la costruzione dello spazio pubblico sulla base dell’etsi Deus non daretur, poiché senza Dio l’uomo non è stato in grado di fondare una certezza condivisa, e di provare a vivere veluti si Deus daretur [l’ateo devoto di Ferrara, suppongo]. E a questo proposito giustamente Ratzinger ricorda che era il consiglio di Pascal: cominciate col prendere l’acqua benedetta, col sentir messa, ecc.; scommettete che Dio esiste: vi conviene. Certo la cosa vous abetira, ma poi tutto si metterà a posto. E in questo modo, state tranquilli, "nessuno viene limitato nella sua libertà".
Ora, su tutto il resto molto ci sarebbe da dire (e un poco si dice nel pezzo sul Riformista), ma cosa io pensi della scommessa di Pascal, l’ho già scritto (per esempio, in sintesi, qua). Qui aggiungo a proposito del vivere come se Dio vi fosse: o il come se è del tutto trascurabile, ed allora Dio non ci fa una bella figura, oppure comporta qualche impegno, e allora perché Ratzinger vuol darmi a bere che non cambia quasi nulla? Ma Ratzinger non vuol darmi a bere questo. Dice infatti che di Dio c’è urgente bisogno, e anche se non si ha la fede, si faccia come se la si avesse, e quel bisogno sarà soddisfatto. Ma di nuovo: che razza di bisogno viene soddisfatto nella mia vita, se per soddisfarlo non occorre che Dio sia, ma basta fare come se fosse? Ma Ratzinger non vuol dire nemmeno questo, bensì soltanto che c’è una pedagogia della vita cristiana, il cui valore ultimo sta nella fede, ma che non è malaccio neanche per chi non crede. E certo: se tutti voi fate come se io avessi ragione, vedrete che discussioni non ne sorgeranno.
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Habemus criticam
Eccola qua. (Non so se sarà in rete, ma in edicola sì. E il titolo non promette niente di buono).
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