Archivi del giorno: aprile 23, 2005

Impressioni di viaggio – 2

In treno, ho tenuto per tutto il tempo aperto il gran libro di Vero Tarca, Differenza e negazione. Al mio fianco, uno studente attempato studiava su appunti di matematica. Due poltrone più in là, una ragazza poggiava sul tavolinetto Il manifesto e H. Kelsen, Il mito dello Stato, mentre al telefono discuteva con un amico di gruppi, di guru e crocifisso. Dopo Roma, il treno si è riempito di ferraristi. Io ho pensato:

Ratzinger, profecturi te salutant!

Impressioni di viaggio – 1

Ho trattenuto a stento la tentazione di alzarmi in piedi e chiedere con voce partecipe, ad alta voce, nel treno affollato, se qualcuno dei viaggiatori gestisse per caso un blog.

Intellettuali della Magna (Magna) Grecia

Sto partendo per Venezia: con un po’ di Hegel, un po’ di Severino, un po’ di Platone, un chilo e mezzo di mozzarella di bufala doc e un chilo di ricotta.

Hegel, Scienza della logica, Libro II, La dottrina dell’essenza, Sezione I, L’essenza come riflessione in lei stessa, Capitolo II, Le essenzialità ovvero le determinazioni della riflessione, lettera B. La differenza, punto 2. La diversità
 
Grazie al Papa gli accessi sono schizzati in alto; a Cassino Filosofia fa 20 iscritti o giù di lì (non su di lì). Mi son detto: ora gli rifilo l’Hegel più indigesto; al peggio, gli accessi tornano nella norma. Ma intanto: che non si dica che non ho provato a cambiare il mondo. E dunque:
 
“I momenti della differenza sono l’identità e la differenza stessa. Essi son diversi come riflessi in se stessi, come riferentesi a sé. Così nella determinazione dell’identità essi son riferimento soltanto a sé. L’identità non è riferita alla differenza, né la differenza è riferita all’identità. In quanto così ciascuno di questi momenti è riferito soltanto a sé, essi non sono determinati  l’uno rispetto all’altro. – Poiché ora in questo modo non son differenti in loro stessi, la differenza è loro estrinseca. I diversi non stanno dunque fra loro nel rapporto di identità e differenza, ma soltanto in quello di diversi in generale, di diversi che sono indifferenti fra loro e di fronte alla loro determinatezza”
 
P. S. Questo è il tema unico della conferenza veneziana del 26 aprile: Ermeneutica e topologia in regime d’indifferenza. Con me, ovviamente, ci sarà il capodivisione a fare il tifo. Nella terra di Severino, vedremo di portare il più donchiscottesco degli attacchi alla struttura originaria (Per Farfi: s’è capita la parola a rischio linciaggio?)