Hegel, Scienza della logica, Libro II, La dottrina dell’essenza, Sezione I, L’essenza come riflessione in lei stessa, Capitolo II, Le essenzialità ovvero le determinazioni della riflessione, lettera B. La differenza, punto 2. La diversità
Grazie al Papa gli accessi sono schizzati in alto; a Cassino Filosofia fa 20 iscritti o giù di lì (non su di lì). Mi son detto: ora gli rifilo l’Hegel più indigesto; al peggio, gli accessi tornano nella norma. Ma intanto: che non si dica che non ho provato a cambiare il mondo. E dunque:
“I momenti della differenza sono l’identità e la differenza stessa. Essi son diversi come riflessi in se stessi, come riferentesi a sé. Così nella determinazione dell’identità essi son riferimento soltanto a sé. L’identità non è riferita alla differenza, né la differenza è riferita all’identità. In quanto così ciascuno di questi momenti è riferito soltanto a sé, essi non sono determinati l’uno rispetto all’altro. – Poiché ora in questo modo non son differenti in loro stessi, la differenza è loro estrinseca. I diversi non stanno dunque fra loro nel rapporto di identità e differenza, ma soltanto in quello di diversi in generale, di diversi che sono indifferenti fra loro e di fronte alla loro determinatezza”
P. S. Questo è il tema unico della conferenza veneziana del 26 aprile: Ermeneutica e topologia in regime d’indifferenza. Con me, ovviamente, ci sarà il capodivisione a fare il tifo. Nella terra di Severino, vedremo di portare il più donchiscottesco degli attacchi alla struttura originaria (Per Farfi: s’è capita la parola a rischio linciaggio?)