Archivi del giorno: aprile 24, 2005

L’onore delle armi
 
Prima di incocciare, rendo onore. Questo è per Tarca il momento kantiano della filosofia:
La contraddizione è determinata dal fatto che si tratta ciò che è condizione della possibilità del mondo, ovvero il suo fondamento, come una cosa del mondo: la soluzione della contraddizione consiste nel distinguere nettamente i due ambiti. Questo consente: da un lato di essere rigorosi in quanto scienziati, liberando il pensiero del mondo dai gravami metafisici, e dall’altro lato di essere autentici in quanto uomini, affrancando la dimensione spirituale (etico-religiosa) dal feticismo al quale essa si riduce quando assoggetta il divino a parametri antropologici e mondani” (L. V. Tarca, Differenza e negazione, La città del sole 2001, pp. 368-369).
(Si noterà che siamo dalle parti del comune buon senso, prima di stravolgere il quale bisogna pensarci bene).

In soli diciotto punti (!)

La relazione veneziana di martedì (ore 13.00, a Filosofia ma non so bene dove) ha i suoi paragrafetti, che vi regalo in anteprima, così fate a tempo a non venire:

  1. Ringraziamenti
  2. Il titolo: ambizione e incomprensibilità
  3. Indifferenza, in due, e quel che indifferenza non è
  4. Diversità e indifferenza: le pesanti responsabilità di Hegel
  5. In che rapporto stanno i diversi di fronte alla loro determinatezza, o: l’indifferenza della differenza
  6. I diversi si determinano, o: l’indifferenza come differenza determinata
  7. I due lati dell’indifferenza come differenza determinata: il momento della diversità
  8. I parenti poveri: l’eguale, il diseguale e il terzo incomodo
  9. Intermezzo: La poca luce dell’indifferenza e l’arcobaleno della letizia
  10. Il ragionamento di Platone: qualcosa è, ed è qualcosa
  11. Viatico per sottrarsi alla solare evidenza del principio
  12.  L’essere preso come: un’interpretazione sintetica del principio di identità
  13. Il caput mortuum del pensiero e la verità concreta (un’obiezione seria ed importante)
  14. Quel che viene detto col parlare identico
  15. Una domanda prima che cali il sipario dell’identità
  16. Che cosa significa pensare in regime di indifferenza
  17. Il luogo dell’indifferenza e la grazia del pensiero
  18. Postilla inconclusiva ma scientifica

Gli armadi la filosofia e il cambio di stagione

Ad ogni cambio di stagione, arriva la polemica fra la scienza e la filosofia (tra scienziati e filosofi): su Repubblica di ieri (che non trovo online, e nemmeno trovo più on carta), una pagina di Odifreddi contro Severino. Sfrondata dalle polemiche, la sostanza è questa: tu Severino mi dici che la scienza ignora la filosofia, e così ignora i suoi più profondi presupposti, e io ti dico: la scienza avrà pure i suoi non adeguatamente pensati presupposti, ma può la filosofia pretendere di conoscere quei presupposti se non conosce la scienza? La scienza è cieca senza la filosofia, ma la filosofia, ahilei, è vuota senza la scienza.

Ora, premesso che io rimprovero a me stesso di non conoscere se non per sommissimi capi cosa fa la scienza oggi (le scienze), e di avere di logica e matematica solo debolissimi rudimenti, e premesso che non c’è solo questo che la filosofia non può ignorare, perché a differenza di Odifreddi il filosofo non può mica dare per ovvio che la verità accade dalle parti di Einstein e non da quelle di Proust, e dunque sotto con l’arte (le arti), e la letteratura; e poiché poi non c’è motivo per ritenere che si possa far filosofia ignorando quel che di screanzato nel mondo ti combinano gli uomini, e dunque sotto con la storia e la politica e le scienze umani; e poiché gli uomini parlano e il linguaggio è più che la nostra pelle,. e col linguaggio non si scrivano poesie ma anche programmi per computer, sotto con tutto il resto, dalla psicologia alla linguistica all’I.A.; premesso tutto questo (ma premesso anche tutto quello che ho dimenticato, perché la filosofia, da che mondo è mondo e filosofo è filosofo, si occupa di tutto, ma proprio di tutto, e non può cavarsela stando ai principi se non vede cosa e come dai principi principia, né se il principiato qualche problema ai principi lo dia, e allora si cambia e si ricomincia, e poi chi l’ha detto che ci sono ‘sti principi?), premesso premesso premesso, una domanda:

e se la filosofia fosse vuota? Se la verità fosse vuota? Chi l’ha detto che in filosofia dobbiamo stipare ogni cosa? Ad ogni cambio di stagione, svuotate gli armadi!

(L’ultima proposizione serve a curare con l’ironia la massiccia dose di misticismo presente nel post).

Non vedo il film, e nemmeno il motivo

Non ho visto Submission di Theo van Gogh, e non capisco perché debba vederlo per decidere se lasciare che esca nelle sale. Ho letto poche cose sulla vicenda, ma nessuna che mi spiegasse bene con quale argomento si oppongono coloro che si oppongono. (Ne han parlato molti, io mi ricordo di JimMomo, Camillo, Libero Pensiero). Ragioni di sicurezza? Cioè: siamo più sicuri, noi europei, se non si proiettano certi film? A me pare il contrario. Questo divieto mi trasmette un senso di insicurezza come poche altre cose potrebbero.