Facilonerie
Il pezzo di ffdes su Leftwing è stato ripreso da Malvino. E tanto basterebbe. A me del pezzo ha colpito questa notazione: "che gran parte delle espressioni usate da Ratzinger per illustrare il suo pensiero" provenivano dalla lettera di Paolo agli Efesini. Bene: mi chiedo se nella lettera di Paolo agli Efesini ci fosse la parola ‘relativismo’. Sarebbe curioso. Mi chiedo pure se Ratzinger, dicendo che "si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie" intendesse che una tal dittatura si stia costituendo tra i cristiani, "nella comunità ecclesiale", come ffdes sembra curiosamente intendere, e solo in quella. Il fatto è che se pure si stesse costituendo solo lì (e dire che adesso il Papa è lui: voglio vedere), è perché la Chiesa dà a volte retta alle lusinghe del mondo. Il che significa: nel mondo si sta costituendo una dittatura del relativismo. Caro Marco, c’è o non c’è questa dittatura del relativismo? Ci tiranneggia o no il relativismo (a noi tutti, e quindi anche ai cristiani che ne vengono sballottati)? Son domande facilone, mi rendo conto. Ma pure le risposte lo sono, o dovrebbero esserlo. Non è che se tu dici: ma Ratzinger si rivolge ai cristiani, e a loro dice di non cedere al mondo in cui il relativismo la fa da tiranno (da dittatore) io mi senta più tranquillo:, perché, beh, sì, ce l’ha coi cristiani. Ce l’ha coi cristiani anche (non voglio dire soprattutto ma anche) perché dà quel giudizio sul mondo: è faciloneria lasciar perdere quel giudizio, o provare a discuterlo? Ai cristiani dica quel che vuole: se di me dice che sono sotto dittatura, beh, se ne discute: no?
(Ma poi una curiosità: cos’hai tu contro il libertinismo? Siamo daccapo all’io e alle sue insane voglie – insane ce lo metto io?).
Rivendicando, per così dire, una primogenitura su questa interpretazione, ti rispondo così: secondo me il relativismo si fa dittatura in rapporto al cristianesimo, non in sé.
Se il cristianesimo non ci fosse non esisterebbe alcuna dittatura. Ci sarebbero tanti modi – nessuno salvifico – di interpretare e vivere la realtà.
Ma poiché per il cristiano esiste una Verità, la picciola barca su cui il popolo di Dio vive la sua dimensione terrena, viene oggettivamente aggredita da forze concorrenti e, di questi tempi, dominanti: non perché ve ne sia una in particolare più forte delle altre, ma perché sono tante e insieme concorrono a formare la minaccia. Esse, di fronte al piccolo resto delle comunità cristiane, agiscono come onde in tempesta fra le quali si affacciano sirene incantevoli, profumate, adorabili. Ed è difficile non subirne il fascino: perché il mondo ha stabilito che esse siano vincenti. Non prese una per una. Ma nella legittimità libertaria del loro esserci tutte. Nella bellezza dell’esserci tutte Vs. l’unica, noiosa, repressiva, Verità rivelata.
Insomma, nell’espressione dittatura del relativismo io ci leggo la lotta fra Verità e Mondo. Laddove il Mondo puo’ legittimamente fare cio’ che gli pare. Anche cercare di imporre, senza proclami ideologici, ma nella pratica quotidiana, il proprio stile di vita, come il più giusto.
Questioni difficili…
ezio
Ma davvero “se il cristianesimo non ci fosse non esisterebbe alcuna dittatura”? Mettiamola almeno così: se non ci fosse la verità. Ora, non è quello che io penso, ma viene naturale concludere: la dittatura non è poi questa gran bella cosa, togliamo allora la verità, se questo è quel che occorre percé non vi sia più alcuna dittatura!
Aggiungo: mettiamola come la metti tu (io non la metto proprio così). Ma il punto è: COME il mondo ha stabilito e stabilisce che le tante e le tutte forze ci sian tutte? In maniera dittatoriale? Chiami dittatura qualunque cosa si stabilisca, anche quelle che si stabiliscono liberamente? E perché poi, se il mondo ha stabilito che ci sian tutte, ha stabilito che non vi sia l’unica verità? Ci sia anche quella, per chi crede che vi sia un’unica verità? Forse il mondo ha stabilito questo solo, che chi crede vi sia un’unica verità non è il caso la imponga agli altri (che sarebbe dittatura, quella vera).
Ma infine: se i cristiani si interrogassero anche sulla verità della verità, se davvero una verità assoluta debba essere incompatibile con ogni altra minuscola verità, forse non saremmo sempre dinanzi all’aut-aut. (Se i cristiani, se i filosofi, se tutti).
Ciao
ah, bei tempi
😉
Gustoso, questo Ezio! Dice che il cristianesimo (però dovrebbe dire “cattolicesimo”) sente il relativismo come dittatura perché non gli fa fare la dittatura a lui, che essendo Verità ne avrebbe l’uopo e il ganzo. Ohi, bella! Tutto ciò che si oppone alla Verità unica di Cristo, per quanto in forma multipla, variegata, non monocratica insomma in termini secolari, sarebbe dittatura, o almeno così la lamenta il buon Ezio. Di fronte a questo strano modo di definire la “dittatura”, da relativista, mi sento senza più alcun peccato: un ciottolino almeno lo scaglierei.
L.C.
la riflessione sul pronunciamento antirelativista (espresso dall’imminente papa appena prima diventare effettivamente papa) mi appassiona molto: intellettualmente ma soprattutto in quanto cattolica. io pure, come già altri, sono convinta che i destinatari di quel discorso fossero proprio i cattolici in quanto tali, forse in particolare quelli come me, che ogni santo giorno che dio manda in terra si chiedono se questa chiesa faccia per loro o no (e intanto però sono sempre lì…). credo che azioneparallela abbia già messo bene in luce le contraddizioni logico-filosofiche insite in questa linea di ragionamento ratzingeriana. a me viene da riflettere sulla sua valenza strettamente pastorale, ecclesiale o se volete dottrinale. in tempi di libero pensiero (cioè nei nostri, se dio vuole), nella chiesa una delle più pressanti preoccupazioni pastorali sembra essere quella di arginare la libertà dei fedeli nel giudicare e aderire al “mondo” (inteso in senso paolino). con una specie di sesto senso, io ho percepito questa preoccupazione nelle parole del quasi-papa. “o fedeli, voi vi lasciate affascinare dalle idee del mondo, le seguite, poi magari le giudicate e le abbandonate, le cambiate, le paragonate, le vagliate alla luce della vostra fede e noi che siamo i vostri pastori, spesso non riusciamo a starvi dietro, crediamo di trovarvi in un punto e invece siete in un altro. se invece vi affidaste alla chiesa, a noi insomma, sarebbe tutto molto più semplice e sicuro e voi sareste sani e salvi”. lo so che è orrendamente banale detto così, ma a me pare che in estrema sintesi ratzinger voglia proprio arrivare a dire: l’unica verità è cristo, ma siccome nella vita di tutti i giorni non è molto semplice capire che cosa praticamente significhi questa affermazione, ve lo diciamo noi. voi seguite e basta. non state a pensare per conto vostro. eppure (attacco qui in calce alcune proposizioni del catechismo della chiesa cattolica: la numero 1800 è davvero definitiva e pregnante) la centralità della coscienza individuale è dottrina della chiesa! e cosa è la coscienza se non libero giudizio, libera decisione dell’uomo? eppure, mentre si tengono saldi tanti punti dottrinali, questo viene coperto, ignorato, sembra quasi che i pastori facciano disinformazione su questa scomodissima, pericolosa verità: e cioè che, alla fine, anche il credente, anche il fedele di santa romana chiesa cattolica rende conto alla sua coscienza – cioè a dio – e non al papa! e allora questa chiesa mi pare peccare per mancanza di verità (certe cose proprio non vengono dette!) di carità (si giudica e non si ama! fosse per certi pastori, la prostituta del racconto evangelico sarebbe stata lapidata e non perdonata “perché aveva molto amato”) e anche di speranza (perché la chiesa ha paura della libera coscienza dei suoi figli e degli uomini in generale?). da questo punto di vista, allora, non è forse salda dottrina assumere l’io come misura? laddove l’io è la coscienza?
insomma, questo della coscienza mi pare un punto di vista importante nella questione che non mi sembra sia stato toccato.
paola borgonovo
catechismo della chiesa cattolica
dalla parte terza, sezione prima, capitolo secondo, articolo 6 “la coscienza morale”
1795 « La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria ».
1796 La coscienza morale è un giudizio della ragione, con il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto.
1797 Per l’uomo che ha commesso il male, la sentenza della propria coscienza rimane un pegno di conversione e di speranza.
1798 Una coscienza ben formata è retta e veritiera. Formula i suoi giudizi seguendo la ragione, in conformità al vero bene voluto dalla sapienza del Creatore. Ciascuno deve valersi dei mezzi atti a formare la propria coscienza.
1799 Messa di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un retto giudizio in accordo con la ragione e con la Legge divina, sia, all’opposto, un giudizio erroneo che se ne discosta.
1800 L’essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza.
1801 La coscienza morale può rimanere nell’ignoranza o dare giudizi erronei. Tali ignoranze e tali errori non sempre sono esenti da colpevolezza.
1802 La Parola di Dio è una luce sui nostri passi. La dobbiamo assimilare nella fede e nella preghiera e mettere in pratica. In tal modo si forma la coscienza morale.
ot: non c’entra quasi nulla, però mi sembrava doveroso segnalarlo: “alcune offerte alternative che più si avvicinano alla tua ricerca”
Paola, mi pare di capire che la coscienza debba essere ben formata. Ciascuno DEVE valersi dei mezzi atti a ciò. E quali sono questi mezzi…?
Caro dada, io non c’ero riuscito!
(OT: a Padova sono stato con giulio e gualtiero, nessuno di noi aveva il tuo numero con sé. Mi spiace).
Se non fossi momentaneamente travolto dall’Invalsi avrei già risposto per le rime a te e a quel relativista senzadio di Malvino. Vi salvano le etichette, a voi (ma arriva, prima o poi; oh, se arriva).
Velocemente, per via del tempo.
Malvino, ovvio che no:nessuna voglia di fare la dittatura. Non mi sembra di aver detto: la verità è una, punto e basta, ho detto, per quanto banale sia: per il cristiano la verità è una. Forse non va bene neanche cosi’. Come la debbo riformulare? per un cristiano à la page esistono tante verità, ma per lui la verità un po’ piu’ verità è quella del cristianesimo. Un po’ bizzarro, no?
Massimo: era un paradosso puramente logico (non è il mio terreno, e me ne dispiaccio): nel polo dialettico ratzingeriano se esiste un “polo-verità” (per il cristiano non puo’ non esistere), l’altro polo si configura come aggressore del polo-verità, un aggressore molto combattivo, al punto da voler imporre (dittatorialmente o no, ora non importa) il suo punto di vista.
Non esistesse un polo che proclama la Verità (e questo non puo’ essere per un cristiano) il relativismo diviene la sola opzione e quindi intrinsecamente non configurabile come aggressiva cerso chicchessia.
Ora scappo.
ezio
Ezio,
dittatorialmente o no, sia pure tra parentesi, a me importa. Sul piano ‘logico’ (in senso molto lato): l’albero è verde, ‘il fiume sfocia al mare’ son vere, e nessuno aggredisce nessuno. Se la verità è poi (chissà perché): “parlo solo io”, allora, certo, un altro che voglia dir la sua e dica “parlo anch’io” è un aggressore della verità. Vuoi chiamarla aggressione, Ratzinger la chiama aggressione? Non so: contento tu, contento lui.
Secondo me è il cristianesimo che cerca di imporre la sua dittatura agli altri, così come fan tutte le religione o chiunque crede di avere la verità. Daltronde la dittatura è conseguente alla verità. Se viviamo su questa terra ed in quest’universo soggiaciamo alle sue leggi ad esempio (semplificando) alla forza di gravità. Questa forza, questa legge è veramente dittatoriale non si riesce a fuggirne se non con grandissimo sforzo. Questa è la pericolosità non solo della religione cristina, ma di tutte, il pensare di avere la verità assoluta. Da li discendono molti mali del mondo.
Oserei dire che la forza di gravità è persino la fortuna di questo postatore anonimo.
Ah, la corbelleria che si fa pensiero leggero, e migra nello spazio siderale!
Non c’è che dire: un tocco di relatività bottegaia!
Roberta
Massimo,
le cose non stanno cosi’. Perche’ dici che stanno cosi’?
Non lo capisco.
Chi vuole zittire chi? Ma tu guarda se mi toccava difendere Ratzinger!
Puo’ non piacere, puo’ non interessare, puo’ lasciare indifferenti… Ma perché si vuol far diventare il cattolicesimo una cosa che non è? Perché non si accusa il buddhismo di essere, via, un tantinello troppo trascendentale, coi tempi che corrono!
Perche’ non si deve lasciare al cristianesimo il diritto di essere coerente a se stesso? Se io dico ai miei amici atei (la gran parte dei miei amici – i miei amici fraterni – sono atei): zitti voi, perché Dio solo ha parole di vita eterna, so già quello che mi rispondono.
Io parlo PER ME, è chiaro, questo? Puo’ non piacere che il cristianesimo abbia come pietra fondamentale la Verità, ma basta non occuparsene. Fare altro, brillantemente, coraggiosamente.
E’ proprio quello che succede. Tutti fanno qualcosa d’altro sviando, dice il Papa, il cristiano (non chiunque altro) dalla Verità. Dal punto di vista di un Pastore questo puo’ essere preoccupante. O no? Ti secca che per il Papa le forme della tua libertà vengano definite “dittatura”. Penso anche io sia una parola grave o quantomeno impegnativa. Ma non se applicata, come io credo, ai soli credenti. Per i quali il senso è, lo ripeto, molto chiaro e ineludibile: non possono coesistere sullo stesso piano -ismi concorrenti con la sequela di Cristo. Punto.
Tu puoi dirlo che esistono, cavolo se lo puoi dire. Il Papa ritengo di no.
ciao
Ma no, Ezio: è il mondo che è sviato dalla verità, secondo Ratzinger: non solo il cristiano. Ed è il mondo che riconosce solo l’io e le sue voglie, ed impone il relativismo.E che imposizione: una dittatura! Certo che sono giudizi di un cristiano sul mondo. Ma: sul mondo. Legittimi, come ogni giudizio. Ma è legittimo pure che il mondo trovi quel giudizio un tantinello errato: o no? Se poi io non posso dire che il cristianesimo potrebbe produrre giudizi migliori, perché fatti loro, allora Ratzinger non può dire che il mondo dovrebbe fare o credere questo o quello, perché fatti miei. Ma insomma: possibile che non ti riesce di vedere che la descrizione del mondo in termini di dittatura del relativismo riguarda il mondo (verso il quale dopo utto la Chiesa aveva una missione, mi pare), non solo i cristiani? (Tanto più che si giudica che il mondo commetta una violenza alla verità?). Perdona l’esempio rozzo: ma se io dico che tu sei, dal mio punto di vista, idrofobo o berlusconiano, prendi la parla per dirmi che mi sbaglio, o no?
(Ora che ci penso: l’hai presa già, perché mi dicevi guarda te se proprio io devo difendere Ratzinger! Se hai ragione, perché non ti contenti del fatto che si tratta solo del mio giudizio su di te, e del modo in cui i tuoi pensieri entrano nel mio ordine mentale?).
Io, e concludo, la vedo così: certo, il mondo è sviato dalla verità (senno’ che verità sarebbe).
Ma ad essere messo sull’avviso è il credente, ché il mondo, si sa, puo’ continuare a fare cio’ che vuole.
Ma evidentemente la vediamo da una prospettiva diversa.
Quello che trovo singolare, in astratto, è che si contesti il diritto alla coerenza.
La coerenza non puo’ in nessun caso essere messa in discussione.
Il merito si’. Ci mancherebbe. Nessun filosofo potra’ mai dire: il cristiano non puo’ e non deve credere che il Vangelo sia la Verità (e che quindi chi non crede è fuori della Verità) perché deve rispettare le verità di tutti.
Puo’ invece liberamente dire (anche se un Papa lo accusa di essere un dittatore!): io non credo affatto che il Vangelo sia la Verità, e credo invece che esistano tante verità e ognuna legittima.
Insomma, se ho capito bene: il Mondo, che ha chiaramente vinto la sua partita, pretende di vincerla sul terreno del Bene, e questo è – lo dico sinceramente – molto interessante e produttivo. Dico di piu’: se non credessi, la penserei proprio cosi’.
ciao, ezio
ot: sono tornato ieri soltanto. Sarà per la prossima volta!
cioè: ho letto soltanto oggi il tuo commento di risposta, visto che sono tornato ieri notte. per la prossima volta vedrò di aver già abbondantemente diffuso il mio numero di telefono. saluti!