Archivi del giorno: aprile 29, 2005

Utilities

Ora vediamo se questo blog serve a qualcosa, o è tutto tempo perso: stasera Marco Sprocati compie 40 anni. Ora io: che gli regalo? Per i suggerimenti avete tempo fino alle 17.00. Poi vado.

Protervo intollerante con la malafede dei relativisti, senza disponibilità al dialogo proficuo, che teme il ridicolo per via della propria allure intellettuale e preferisce autocompiacersi sottilmente e sterilmente

CERCASI

(una risposta a Shangri-La, a proposito del famigerato articolo sul Riformista)

Cara Shangri-La:
1. Io non faccio semplicemente rimbalzare (nell’articolo) l’accusa di fondamentalismo su chi ha fede. Dico tutt’altro: dico che l’accusa di fondamentalismo se la merita non chi nutre una fede forte e chiara, ma chi pretende di imporla.
2. Va benissimo che una fede imposta sia una contraddizione in termini. Però per favore: dai un nome a pratiche (un tempo praticate) come chiedere a un ebreo di convertirsi altrimenti: arrostirlo.
2b Non dico affatto, non ci penso nemmeno, che la Chiesa faccia questo o voglia farlo, dico solo che se fede imposta non ti piace, devi trovare un nome per gli arrosti, per i conversos, ecc. ecc..
2c Concedimi non molta, ma almeno un po’ di intelligenza: fondamentalismo (religioso) è voler imporre ciò che consegue da una certa fede (ma van fatte distinzioni che sotto faccio, 4d). Non si capiva? Mi pare di sì, visti gli esempi che adduci.
3. Io concedo a un cattolico di votare come vuole. Figuriamoci. Concedo pure a un tedesco di votare come vuole, ma non chiamo liberalismo il nazismo (Di nuovo, faccio esempi esorbitanti avendo certezza che tu veda bene ciò di cui l’esempio è esempio: io non paragono mica i cattolici ai nazisti, povera la mia mamma, dico solo che dal diritto dei cattolici – o di chiunque altro – a votare come credono non consegue che le leggi approvate democraticamente a maggioranza siano per ciò stesso laiche, liberali e rispettose dei diritti individuali. La legge 40 lede secondo me certi diritti, in particolare della donna. E’ stata votata a maggioranza: devo per questo, per essere coerente come tu dici, pensare che non li lede?)
4. La malafede dei relativisti. Prima di accusare qualcuno di malafede, ce ne vorrebbe un po’, non credi?
4b. Dal fatto che io trovi l’espressione ‘dittatura del relativismo’ inappropriata ai nostri tempi (per non dire scorretta) secondo quale logica o quale grattatina consegue che io sia un relativista?
4c. Dal fatto che io trovi l’espressione ‘dittatura del relativismo’ inappropriata ai nostri tempi (per non dire scorretta), consegue che io consideri il cattolico un fondamentalista? E poi di chi parli? Del cattolico come tale? Ma dove l’hai letto? Perché mi fai così poco intelligente?
4d. Io son capace di qualche distinzione. Oltre al fondamentalismo c’è il paternalismo, c’è il conservatorismo, c’è il tradizionalismo, c’è l’autoritarismo, c’è il papismo, c’è il clericalismo, c’è la semplice ingerenza, c’è, c’è, c’è. Un’altra volta ne parliamo. Fra poco compiliamo il 740 e ne riparliamo: va bene?
4e Qual è l’espressione proterva del mio articolo, di grazia?
5. Articoli come il mio contribuiscono alla vittoria della destra scassatissima? Questa non l’ho capita. Vabbè che tutto si tiene, però.
6. Io nella noosfera non mi ci addentro. Io non parlo così (e neanche Sini, che fuggevolmente citi, per dire).
7. Può darsi, anzi son sicuro che nel dialogo con la Chiesa non si possano trascurare salvezza e perdizione. Però non è che posso fare tutto in un articolo. o pensi che per discutere di legge 40 dobbiamo parlare di salvezza e perdizione?
8. Menate sillogistiche (e altre piacevolezze). Ma non sarebbe il caso di discutere nel merito, invece di sparare così a casaccio? Vuoi che il prossimo articolo su Ratzinger lo scriva con una premessa del genere:
Premesso che il Papa è persona coltissima e di grande dottrina, con un curriculum impressionante, studi teologici di prima grandezza e un’età ragguardevole, e premesso che è il PAPA, e chi sono io per, pure, dagli abissi di ignoranza nei quali mi trovo, mi pare di poter umilissimamente dire che.
Posso farlo (stile Benigni e Troisi a Savonarola, che dici?), però sai, io mi sono laureato su Kant (son giovane, comunque: puoi sbertucciarmi), su Kant che diceva: “questa è l’epoca della critica”, con quel che segue (te lo risparmio), Kant che difendeva almeno il diritto di penna. Non che nessuno me lo conculchi, per carità, però non andrei troppo fiera di una cosa che suona troppo: chi sei tu, giovincello, per criticare cotanto uomo (cotanto)?
8b Ma poi scusa: com’è che l’ironia dà così fastidio? E’ dissacrante? Appunto. (Io sono uno di quelli che tra il sacro e il santo preferisce il santo).
8c Irony, contingency, solidarity
9. Visto che senza troppo grattare la vernice del tuo articolo mi trovo dipinto da protervo intollerante con la malafede dei relativisti, senza disponibilità al dialogo proficuo, che teme il ridicolo per via della propria allure intellettuale e preferisce autocompiacersi sterilmente e sottilmente (però: tanti complimenti tutti in fila neanche luminamenti!), ti chiedo: ma non ci sarà un po’ di intollerante protervia autocompiacente con annessa malafede causa allure intellettuale e indisponibilità al dialogo nel supporre che un laico consideri la propria verità “qualsiasi fra le altre”? Ma che ne sai tu del modo in cui io vivo (in/per) la verità? Cosa ti fa supporre che chi ritenga che tutte le verità hanno diritto di cittadinanza abbia per sé una verità di serie B, una verità qualsiasi, senza le vertigini della salvezza e della perdizione, e per la quale non varrebbe la pena morire? Cosa ti fa supporre che il fatto che io ritenga di non dover imporre la mia verità, e che sarebbe meglio che nessuno ci provasse, renda la mia verità meno verità, meno esistenzialmente verità la mia verità?
9b Ma soprattutto, sei sicura che la verità è mia, o di un cattolico?
9c Ho un carissimo amico salesiano, che vive la sua fede nel più bello dei modi,  esponendosi al senso del ridicolo, come tu dici. Mi avrà contagiato.
10. Lascio per quest’ultimo punto l’unica questione specifica che riguardi il mio articolo da te trattato (peraltro riconoscendo, bontà tua, che ho montato i freni). Ho l’impressione che tu abbia saltato un rigo, questo: Se si trattasse soltanto di un errore logico, o di un insospettabile amore del nuovo papa per il paradosso, basterebbe, come dicono i logici, calcolare. Ma nelle parole del cardinale Ratzinger pronunciate poche ore prima dell’elezione, c’è qualcosa di più”. L’hai letto? C’è evidentemente anche una retorica e dell’ironia nel metterla nei termini di un errore logico (più d’uno): lo so bene e l’ho detto: e la frase che cito dovrebbe dimostrare anche a te che ne ho perfetta consapevolezza. Il punto è che però c’è (è il mio giudizio: se vuoi opinabile, ma il mio giudizio: o avere un giudizio è protervia autocompiacente eccetera eccetera?) c’è della retorica anche e soprattutto nell’espressione “dittatura del relativismo”, che altrimenti non avrebbe attirato tanti commenti. E il coltissimo e intelligentissimo Eligendo lo sapeva e lo sa bene. E a me hanno insegnato che a retorica si risponde con retorica: alla retorica con la quale si vuol far passare per dittatura quel che dittatura non è, si risponde con altra e sperabilmente migliore e un pochino più veritiera retorica.
P. S. Se posso trovare un posto nel tuo cuore: il tuo è un gran bel blog, e visto che li citi: Sini è forse il più grande, Severino è un fior di pensatore pure lui, e io da costoro imparo, non da altri (cioè sì: dal mio maestro, Vitiello). Ciò non toglie che possa essere con costoro in dissenso radicale su questo o quel punto. Loro hanno oltre settant’anni, ma credo che nessuno di loro mi farebbe pesare la veneranda età.

Ad maiorem gloriam

Veramente impressionante la documentazione prodotta dal capodivisione Tuzzi: ha la prova che Azioneparallela è stato a Venezia (più tardi, chissà, avrà anche la relazione)! E subito dopo i miei vaniloqui, a proposito di impressioni impressionanti, s’è potuto ascoltare, in tema di fecondazione Carlo Flamigni. il giurista Casonato, e il Filosofo Possenti (la maiuscola indica l’altezza concettuale raggiunta dalla sua relazione).

Possenti ha detto: Uè! C’è una storia della filosofia universale, mica no! Poche storie! Mica conosce solo la scienza, conosce anche la filosofia! Bando alle ciance! Ci sono acquisizioni definitive della filosofia. Horresco! Chi è per il sì ai referendum muove da presupposti utilitaristici, se ne approfitta che l’embrione non sa parlare, lo considera solo un grumo di cellule. Presupposti! Presupposti! Presupposti! Io sì che so vederli.

Allora io, che son Possenti, sai che ti dico? Che non saranno forse decisivi, i motivi, ma sufficienti sì, per sostenere lo statuto personale dell’embrione. E in dubio pro embrione. E quali sono, questi motivi? Sin dal concepimento si attua una trasformazione sostanziale (acquisto per sempre). La persona è rationalis naturae individua substantia (acquisto per sempre! acquisto per sempre!). Dunque, e sottolineo dunque, l’embrione è persona.

Cioè: una vorrebbe sapere dove diavolo stia la rationalis natura, in quale delle poche cellule embrionali. Una vorrebbe sapere quand’è veramente individuo l’embrione (o il pre-embrione). Uno vorrebbe che Possenti spiegasse perché quella definizine si attaglia all’ootide. Ma niente, la scienza è utilitarista, la criocnservazione è "violenza barbarica", il contrattualismo è "volontà di potenza".

E io a sera, a San Trovaso, ho aperto nichilisticamente con lo spritz e chiuso in gloria con lo sgroppino.