Archivi del mese: Maggio 2005

Bouleversement

Vi avevo chiesto un consiglio sui programmi (http://www.azioneparallela.splinder.com/1117405407#4896211: dal computer dal quale scrivo non posso linkare, chissà perché): si vede che non mi prendete sul serio. La scadenza per la presentazione è oggi: ma ho tempo sino a mezzanotte. E devo cambiarli per forza, perché a quanto pare (ne saprò di più fra un paio d’ore) l’affidamento a Sora è mutato: non più Filosofia e Teoria dei linguaggi, ma Interpretazione dei testi filosofici, scientifici, letterari (non tutti insieme, spero!). Poi accade che una giovane laureata mi chieda: e mo’ che faccio? Lévinas o Ricoeur? Poi accade che su I miserabili vada in linea un bel pezzo su Ricoeur (http://www.miserabili.com/archives/2005/05/buone_ragioni_p.html), e allora sì: cambio, vada per Ricoeur. (A domani, per i termini esatti)

P. S. In fondo al pezzo sui Miserabili, si loda l’umanità di Ricoeur, che portava tutti in pizzeria, a confronto della rigida pretenziosità di Severino. Ma io a cena con Severino ci sono stato, ed è stato uno spasso. (Ah: si dice pure chi è oggi "la figura più importante della filosofia italiana": a voi scoprirla)

Ingerenza

Mi piacerebbe avere un’opinione sul tema del giorno: le parole di Papa Ben(e)detto XVI. Indebita ingerenza! Oppure: ma avrà diritto ad avere un’opinione anche lui, o no?

Ora, non credo che coloro i quali difendono il diritto del Papa ad avere un’opinione sui referendum considerino ingerenza solo l’intervento armato delle guardie svizzere, sicché a loro chiederei quando si configura l’ingerenza, e se conoscono casi recenti in cui il Papa ‘ha ingerito’. Non credo neppure che se il Papa dichiarasse di tifare per la Salernitana (come peraltro sarebbe auspicabile) coloro i quali lamentano le intromissioni vaticane parlerebbero di ingerenze nelle vicende del campionato di calcio di un Paese sovrano. Sicché a loro chiederei quando il Papa, parlando di cose diverse dalla Santissima Trinità, non ‘ingerisce’. Per il resto non so: ingerite pure nei commenti

Il pallone di Baudrillard

Il numero di Leftwing, rinnovato nella grafica e con la nuova pagina di ‘analisi e commenti’, è uscito: non dite che non ve l’avevo detto. E datemi ragione: Baudrillard ha torto. (La goccia è Monsieur Mitterand)

Quel che è fondamentale

Credo abbia non più di tredici anni. Indossa un jeans grigio a vita bassa, una maglietta di filo celeste con le spalline, scarpe da ginnastiche bianche e nere. I capelli sono scuri, sciolti e un po’ lunghi; le guance piene, come quelle di una bimba; ha una lieve peluria sul labbro superiore. È abbastanza alta, per la sua età. Io sono seduto su una panchina di pietra: ho bevuto un cappuccino e attendo che si faccia sera. Sto leggendo. C’è una fontana accanto alla panchina, e lei si avvicina; poi si allontana. Si avvicina di nuovo. Alzo lo sguardo. Vedo che ha in mano una foglia larga di magnolia, che ha raccolto da terra: la lava. Poi si allontana di nuovo; poggia la foglia sul prato. Poi gratta la terra bagnata, la raccoglie, e la stende sulla foglia. Poi ripete l’operazione con un’altra foglia di magnolia, e un’altra ancora. Gli stessi gesti. Altre volte, forme delle pallottole di fango e le deposita accanto alle foglie. Oppure le sistema a mo’ di corona sul bordo della fontanella. Utilizza un cucchiaino di plastica per raschiare il terreno. Oppure qualche sassolino. Le foglie sembrano disposte con cura, ma non ne sono sicuro. Qualche volta si avvicina a una pozzanghera, si china senza mai piegare davvero le ginocchia, intorbida un po’ l’acqua muovendo le dita, poi torna alla fontanella e si bagna le mani i polsi le braccia. E riprende l’opera. (Quel che è fondamentale, è inseparabile dall’insensato). Quando mi guarda senza volerlo, ha occhi indolenti e lontani. Non dice parola. Una signora con il cane la guarda e scuote il capo. Lei è piena e chiusa come la Berenice di Rilke. Lei è la ragazzina-magnolia.
Michel Montrelay : “Essa [la prima ‘idiota’ di cui si ha narrazione – nella Storia lausiaca, IV secolo d. C.] dilegua in un abisso che in realtà contiene; scompare in se stessa, senza tracce, «in uno spazio dove non vige più alcun pensiero»”, cit. in Michel de Certeau, Fabula mystica.

Il principio di precauzione

Il principio di precauzione va usato con precauzione

Qualcosa, qualcuno

Dopo aver letto sul blog di Angelo Bottone che (mistifico un poco, ma poco poco poco) i referendum del 12 e 13 giugno aprono le porte all’incesto, mentre sul blog di Bernardo prevale la linea Giovanardi del ‘nazismo dal volto umano’, volevo proporre a tutti i difensori della legge 40 di far proprio il seguente ragionamento: se di qualcuno o qualcosa posso fare qualunque cosa,  e se cancellando con il referendum i limiti posti dalla legge, dell’embrione umano potrà farsi qualunque cosa, allora la vittoria del sì potrà comportare qualunque cosa: che il mondo si popoli di mostri, che una nuova speciazione umana sarà realtà, i piedi saranno piedi di calli, torneremo ad avere la coda, alcuni porteranno lo zoccolo caprino, i miopi saranno eliminati, Giocasta e Edipo ne faranno di cotte e di crude, le Menadi danzeranno in preda a ogni sfrenata illicitezza, Sodoma e Gomorra saranno ripopolate, Don Giovanni se la spasserà, cresceranno capelli di tutti i colori (questo c’è già), scompariranno le efelidi, androgini affolerrano le strade,  i figli non somiglieranno più né ai padri né ai nonni, e le officine FIAT (nomen omen) venderanno pezzi di ricambio umani.

Qualcosa qualcuno lontano forse vicino si avvicinerà col suo veleno (courtesy di umberto tozzi)

Dichiarazione postuma di voto

In Francia, sarei stato per il sì. (E domani, su Leftwing, ne parlo un po’). Quelli di voi che vogliono farsi un’idea di cosa mai possa scrivere un filosofo in un’occasione del genere, si leggano l’articolo apparso su Libération il 17 maggio, a firma di Jean Baudrillard. Quelli di voi che vogliono vedere cosa pensi io delle ragioni di Baudrillard, aspetteranno pazientemente la inarrivabile seconda pagina di domani

Il lettore è avvisato

Domani consegno i programmi per il prosimo anno accademico. Per ermeneutica filosofica, sono orientato verso l’Etica di Spinoza; per filosofia del linguaggio, Verità e metodo di Gadamer (mentre a Sora, dove si gioca fuori casa, F. Cimatti, Mente, segno e vita). Cari lettori, avete 24 ore di tempo per suggerimenti alternativi, che io regolarmente scarterò

Politicamente corretto

Un consiglio: quando avete torto, prendetevela con il pensiero unico. Farete la vostra brava figura di persone indipendenti e coraggiose, e potrete all’occorrenza negare persino l’evidenza.

C'è, c'è e poi c'è

Ecco il più mirabile passaggio dell’intervento del Presidente del Senato Marcello Pera sul Corriere: "Certo, il ginecologo con le sue provette non vede persone quando tratta embrioni, così come non vedono persone il genetista o il biologo con i loro microscopi puntati su strie cellulari. Ma non le vedono, le persone, non perché non ci siano, semplicemente perché gli strumenti non sono adatti. La persona non si vede né si tocca, perché «persona» non è un termine empirico che denoti qualcosa. «Persona» è termine morale, filosofico, assiologico, religioso, culturale che connota qualcuno. Con la fecondazione, naturale o artificiale che sia, questo qualcuno c’è sùbito, fin dal concepimento. Perciò, fin dal concepimento, ha diritti".

Capito? La persona non si vede, ma c’è. Vi sfugge l’argomentazione? Come mai? Ve l’ho data. La ripeto: "non si vede né si tocca, ma c’è". L’argomentazione è questa: c’è. C’è, c’è e poi c’è: ecco. Un pochino concisa, forse, ma evidentemente il Presidente del Senato sa essere oltremodo incisivo. Però al Presidente fa problema il fatto che i referendum sforbiciano i diritti, perché la faccenda è tanto tanto complicata, Dio mio com’è complicata, e richiede la considerazione di un mucchio di cose. Perciò lui, uomo saggio, si astiene (Considerato il mucchio, Pera propone però più complessa che mai la sua argomentazione preferita: che la persona c’è. E più non dimandare).

La questione

"…come dire: vi è un’affermazione che è altra e superiore rispetto all’affermazione legata alla negazione. La differenza della prima affermazione, indipendente dalla negazione, rispetto alla seconda legata invece alla negazione, impone di sostenere, contro il principio hegeliano, che v’è alla base della determinazione che è negazione la determinazine che non è negazione. La differenza positiva si impone alla negativa. E ciò anche in Aristotele […]. Il principio di non contraddizione, per il quale A non è B, presuppone un essere al di là della contraddizione, che permette ad A come a B di essere. D’altronde per distinguere ‘differenza’ da ‘diversità’, la prima in quanto relativa a un’identità determinata (questo A ouk estin questo B), la seconda in quanto generica (questo A ouk esti B, C, D, e così via). Aristotele deve porre un’alterità altra dalla differenza e dalla diversità: diaphorà dè kai eterotes allo (Met, X, 1054b 13-23)".

Chi trovasse questo passo tratto da V. Vitiello, Dire Dio. Insegreto, Città Nuova, 2005, pp. 90-91 particolarmente intrigante, può andare dal capodivisone Tuzzi e vedere la questione che lì viene posta (anche perché in nota, a sostegno della determinazione non negativa, si citano in questa pagina L. Tarca e M. Adinolfi. Di qui la briga).

Post scatologico (tre per due)

La mattina coi bimbi (ogni tanto un occhio al computer, ogni tanto un occhio al test di Sora, e ai suoi risultati da ecatombe), fino alla decisiva ora del pranzo, quando nel giro di due ore: mio figlio non ti fa una siospiratissima cacca,  attesa da tre giorni, in mezzo a comprensibili grida di dolore? E non te la fa mentre tiri via la carne dalla griglia, e gliela vorresti servire calda? E la prima bimba non ti fa a ruota anche lei i suoi bisogni, e bisogna pulirla? E rinfrancato, e sgravato ormai dal peso della stitichezza, mio figlio non te ne fa un’altra nemmeno due ore dopo, quando sei al melone?

P. S. Come previsto dalla legge di Murphy sulla biologia dell’infante, ero solo in casa.

Aggiornamento. E quattro!

Post perfido (filosofia, ciclismo e profezia)

Giro d’Italia: la decisiva tappa di oggi non si è ancora conclusa. Ma hanno appena scollinato la salità più dura. Il mio esperto di ciclismo di riferimento diceva: "Rujano potrebbe essere quello che fa saltare il banco", e finora se ne è stato a ruota; "Di Luca domani salta e prende un quarto d’ora" e sta facendo la corsa. (Ok, diceva pura che Savoldelli doveva tenere in salita e cercare di recuperare in discesa, ma quello sapevo dirlo anch’io). E siccome il mio esperto di ciclismo è anche filosofo, si conferma che i post sulle tappe è meglio scriverli sul far del crepuscolo, quando si leva la nottola di Minerva.

Aggiornamento. Al termine della tappa, Rujano non ha fatto saltare il banco, però ha vinto la tappa; Di Luca non ha preso un quarto d’ora, ma gli è venuto un crampo. Tutto ciò si spiega solo in base al principio di indeterminazione di Heisenberg: è evidente che la mia perfida ironia ha raddrizzato la previsione del filosofo. Essendo anch’io filosofo, ha potuto raddrizzarla solo parzialmente.

L’Embrione, La Ricerca Scientifica, La Vita

 

Referendum del 12 e 13 giugno 05 sulla Procreazione Assistita

discutiamone insieme

Baronissi 1 giugno 2005 ore 19,00

Aula Consiliare Comune di Baronissi

 
Presiede
Enza D’Amore
Officina Democratica
 
Intervengono
Vincenzo Fasano
Parlamentare
Rosa Masullo
Consigliere Comune di Salerno
Michele Capano
Membro Direzione Radicali Italiani
Antonio Fasolino
Direttore Dipartimento Materno-Infantile Ospedale San Leonardo di Salerno
Raffaele Petta
Dirigente  “ Gravidanze a Rischio”- Diagnostica Prenatale
Ospedale S.Leonardo di Salerno
Fabio Mammone
Istituto di Bioetica Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
Massimo Adinolfi
Docente Filosofia Università di Cassino
Padre Massimo Squittieri
Francescano
 
Modera

Eugenio Zambrano

giornalista
La cittadinanza è invitata a partecipare

Si parva licet

Nuova economicamente disastrosa visita alla Feltrinelli. Acquisto L’ombra lunga dell’autore, di Carla Benedetti; Giorgio Agamben, La potenza del pensiero; Carlo Sini, Archivio Spinoza (mi risparmiate i link?). Poi dò uno sguardo alle riviste. Avendo deciso di non acquistare per un bel po’ L’indice dei libri (un tale che viaggia sui treni, un giorno in una stazione mi ha detto: "una rivista autorevole che è riuscita ad essere ininfluente"), mi sono chiesto: con cosa la sostituisco? E l’ho sostituita con Origine, numero dicembre/gennaio 2005 (ci lavora lui). Poiché non mi andava di aprire subito il confronto fra Agamben e Sini (la cicala e la formica), ho sfgliato la rivista, e ci ho trovato Paolo Nori (I pensieri) che citando Cavazzoni scrive: "…se uno scrive dieci parole in tutta la vita, cinque da giovane e cinque da vecchio, forse è anche troppo". Di qui la strana sensazione che Nori ha provato quando gli han pubblicato la registrazione di un suo intervento pubblico.

Ora, si parva licet, grazie alla nuova veste del blog mi accorgo di un commento lasciato oggi a un post vecchio di un anno, che comincia così: "ciao, sono arrivato sul tuo blog da poco tempo, a seguito di una ricerca su Ponty e la percezione. Non sto perdendo tempo e ho cominciato a leggerti partendo dai post del 2003".

Non sto perdendo tempo? Dal 2003? Ho scritto su questo benedetto blog dal 2003? E si può cominciare di lì (e arrivare in poco tempo al maggio 2004)? E se facessi come giulio?