Archivi del giorno: Maggio 4, 2005

Momentaneamente irraggiungibile
Con me i più vieti luoghi comuni sulla sbadataggine del filosofo ci prendono in pieno. Tornato da Venezia, mi accorgo di aver lasciato poco sotto il confine con la Padania il caricabatteria. Sei giorni senza telefonino. Momentaneamente irraggiungibile.
"Essere irraggiungibili vuol dire […] contravvenire al principio della disponibilità; eludere in qualche modo (arrogandosene il diritto) l’ingiunzione sociale di connettersi e rimanere connessi” (F. Merlini, La comunicazione interrotta, Dedalo 2004, p. 25).
Se non vi basta, aspettate luglio: è annunziata (con un buon rapporto prezzo/pagine) l’Ontologia del telefonino di Maurizio Ferraris (che ne ha già parlato sul supplemento del Sole 24 Ore il venti febbraio scorso ("Il telefonino? E’ una macchina per scrivere") e il 24 aprile scorso (titolone della pagina: "L’Essere non è raggiungibile", mentre si tratta proprio del contrario, e "Un palmare per il Faraone", con la seguente conclusione: "La partita che si gioca con il telefonino non è solo una questione tecnica, tocca il nostro modo di stare al mondo, e lo tocca filosoficamente. Prima ce ne accorgiamo, meglio è").

Comunicazione interrotta

E’ il titolo del libro che viene presentato venerdì 6 maggio, alle ore 16.00, a Sora (Palazzo Baronio, sede del Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione). Sottotitolo: Etica e politica nel tempo della rete. Con l’autore, Fabio Merlini, ne discutono Fausto Pellecchia, docente di Ermeneutica filosofica e Semiotica dell’Università di Cassino, e Azioneparallela, per l’occasione nella veste di Massimo Adinolfi.

P. S. il giorno prima, Merlini è a Salerno, con Enrica Lisciani Petrini e Emilio D’Agostino.

Stimmate
Descriverò questa esperienza in modo che voi possiate richiamare alla vostra mente la stessa esperienza, o eserienze simili, così da avere una base comune pe la nostra ricerca. Credo che il modo migliore di descriverla sia dire che, quando io ho questa esperienza, mi meraviglio per l’esistenza del mondo […]. Ma non ha senso dire che mi meraviglio per l’esistenza del mondo, poiché non posso immaginarlo non esistente. Posso certo meravigliarmi che il mondo attorno a me sia così. Se per esempio avessi una tale esperienza vmentre guardo il cielo azzurro, potrei meravigliarmi del suo essere azzurro, invece che coperto di nubi. Ma non è questo che voglio dire. Mi sto meravigliando del cielo, comunque esso sia. Si potrebbe essere tentati di dire che mi sto meravigliando di una tautologia, e cioè del cielo azzurro o non azzurro che sia”
L. Wittgenstein, Conferenza sull’etica, in Lezioni e conversazioni¸Bompiani, Milano 1990, pp 12-14)
 
Non vorrei banalizzarla troppo, ma una meraviglia simile mi afferra un paio di volte al giorno. Un paio di volte al giorno, cadono le cateratte del mondo. Sono le stimmate del filosofo spinozista.