Quel che c’è da leggere
Su botblog trovi i banner di quanti si oppongono alla abrogazione della legge 40 e il 12 e il 13 giugno non andranno a votare. Io invece voto sì, ed è ovvio che trovi sovrastimati taluni rischi paventati e infondate certe preoccupazioni. Vediamo però se almeno su questo possiamo esser d’accordo.
Slogan: “Avremo figli che non conosceranno i loro genitori biologici” Perché, non ce li abbiamo già?
Slogan: “Avremo coppie con più problemi, come conseguenza del fatto che il figlio non è nato totalmente da loro”. Perché, non ce li abbiamo già? Non sono argomenti buoni anche contro l’adozione (come ogni argomento che insiste sulla biologia)?
Mi colpisce pure, dal punto di vista delle implicature del messaggio, questo slogan: “Modificando il concetto stesso della vita, dell’uomo e dell’umanità, avremo fatto un gravissimo passo indietro in termini di cultura, civiltà, libertà”. Qui c’è rischio che passi l’idea che la modificazione del concetto di vita, uomo, umanità sia in sé un passo indietro, mentre è stato spesso un passo avanti (per gli stessi cattolici). Anzi: estendere il principio di uguaglianza all’embrione dovrebbe essere, per un difensore della legge, un’auspicabilissima modificazione del concetto di vita, di uomo, di umanità: o no? Il messaggio gioca cioè solo sulla paura. Modifico il concetto di uomo: modifico l’uomo! Lo fabbrico! Aiuto!
Infine: “Non ci sarà limite alla produzione e all’impianto di embrioni. Il che significa la perdita [leggi: morte] di milioni di embrioni [leggi: esseri umani]. Ma non era più chiaro così: “Non ci sarà limite alla produzione e all’impianto di esseri umani. Il che significa la morte di milioni di esseri umani”.
No, non lo era. E perché? Perché c’è bisogno di suggerire come leggere? Non si legge forse da sé che l’embrione è un essere umano? E siccome non vi sono altri esseri umani che uomini e donne, non si poteva scrivere così: “Non ci sarà limite alla produzione e all’impianto di uomini e donne. Il che significa la morte di milioni di uomini e donne”. Cero, l’embrione è un uomo allo stadio di embrione; e il bambino è un uomo allo stadio di bambino, e un vecchio un uomo allo stadio di vecchio, e un adulto un uomo allo stato di adulto (e un trentasettenne è un uomo allo stadio di trentasettenne, come me). Non restano però meno uomini, e quando muoiono, muoiono uomini, non uomini allo stadio di. E’ vero che in guerra muoiono vecchi, donne e bambini, ma nel computo totali muoiono uomini, di cui, ecc. E se poi muoiono vecchi, donne e bambini, è perché storicamente, giuridicamente, eticamente e antropologicamente se non anche giuridicamente si pongono delle differenze tra donne, vecchi, uomini, bambini: qualche differenza la vogliamo fare, o no? (No, mi dite, perché tutti costoro sono uomini essenzialmente, cioè – piccolo cortocircuito – biologicamente. Va bene, non riprendo la discussione, però allora non ditemi cosa devo leggere, ma dite chiaro e tondo che muoiono milioni di uomini, senza lo schermo di una lettura).