Archivi del giorno: Maggio 21, 2005

2711 stele di cemento

Peter Eisenman è l’artefice del Monumento agli Ebrei d’Europa assassinati, aperto al pubblico "dopo diciassette anni di polemiche", lo scorso 12 maggio. Qui c’è una descrizione e qualche foto, ma l’inaugurazione è il 10 maggio (dopo quindici anni di polemiche). Una bella fotografia è anche qua. Eppoi se ne parla qui, con un articolo di Belpoliti, apparso su La Stampa.

Ma soprattutto ne parla il filosofo Giorgio Agamben, con un breve e lucidissimo testo apparso su Die Zeit, e riproposto qui. Due memorie, l’indimenticabile e il memorabile, e il monumento come soglia immateriale che separa e distingue tra le due. Sì d’accordo. Il memorabile è dimenticabile, e l’indimenticabile è immemorabile. Ma non è interruzione – come vuole Agamben – il rapporto che li lega: interruzione è solo una possibile figura della soglia.

Posizioni

Poniamo che uno sia ateo. Poniamo che uno viva a Bologna. Poniamo che abbia una figlia di un paio di anni, quasi tre, e che voglia mandarla alla scuola materna. Poniamo che faccia richiesta al Comune, e che il Comune, non avendo strutture a sufficienza, abbia stipulato convenzioni con istituzioni private. Poniamo che una di queste istituzioni sia gestita da suore, e poniamo che sia intitolata alla Madonna Glycophilousa (quella che abbraccia teneramente il bambino). Poniamo poi che la bimba vada regolarmente a scuola, in viale della Battaglia, e che regolarmente il papà la vada a prendere, nel primo pomeriggio. Poniamo pure che abbia come ogni bimbo e bimba un box riservato per la custodia di pannolini, ciucciotti biberon e altre consimili cose, e che quel box sia utilizzato anche per le comunicazioni alle famiglie (la festa di un bimbo, un giorno di ferie a scuola, ecc.). Poniamo che un bel dì di maggio il papà, come ogni giorno, vada appunto a prendere la sua figliola, e che trovi una comunicazione per i genitori, a firma dei docenti e della responsabile amministrativa dell’istituto (che premurosa). Poniamo che su quel biglietto sia scritto, distribuito in una scuola materna convenzionata con il Comune a tutti i genitori :

"Con il referendum del 12 e 13 giugno siamo chiamati ad esprimere il nostro parere, anzi la nostra volontà su un argomento di vitale importanza. Nel caso del referendum, il non andare a votare non è segno di indifferenza o disinteresse ma è anch’esso espressione di una volontà. E poiché la vita umana non può essere oggetto di trattative politiche [sic!], il vostro Arcivescovo ci ha esortati a non andare a votare. E’ davvero e non per odo di dire una questione di vita o di morte [sic!], perciò ci preme sensibilizzare le famiglie, perché è anche attraverso questa astensione volontaria dal referendum che possiamo e vogliamo lasciare ai nostri bimbi [che carini!] un mondo migliore".

Poniamo tutto questo: uno è ateo, vuole la scuola materna pubblica, finice dalle suore, e gli rifilano il bigliettino dell’arcivescovo (il mite Caffarra), quanto vi incazzereste, in una scala da 1 fino a 100? (No, non dite 100, perché ho mancato un’ultima cosa: poniamo che la vostra bimba non sarebbe potuta nascere con la legge 40 in vigore. Ecco: dite adesso).

P. S. Ma non c’era il pensiero unico?