Peter Eisenman è l’artefice del Monumento agli Ebrei d’Europa assassinati, aperto al pubblico "dopo diciassette anni di polemiche", lo scorso 12 maggio. Qui c’è una descrizione e qualche foto, ma l’inaugurazione è il 10 maggio (dopo quindici anni di polemiche). Una bella fotografia è anche qua. Eppoi se ne parla qui, con un articolo di Belpoliti, apparso su La Stampa.
Ma soprattutto ne parla il filosofo Giorgio Agamben, con un breve e lucidissimo testo apparso su Die Zeit, e riproposto qui. Due memorie, l’indimenticabile e il memorabile, e il monumento come soglia immateriale che separa e distingue tra le due. Sì d’accordo. Il memorabile è dimenticabile, e l’indimenticabile è immemorabile. Ma non è interruzione – come vuole Agamben – il rapporto che li lega: interruzione è solo una possibile figura della soglia.
OT.
E’ morto Paul Ricoeur.
AB
Parlare di soglia implica “riconoscimento del limite che si sta per varcare, dell’entrata in uno spazio diverso, paradossale, ‘ sacro’ . Oppure, semplicemente, come modestia della parola di fronte a ciò che è troppo al di là della parola, di contro alla rozza pretesa che un linguaggio sublime o serioso potrebbe avere di darne ‘l’equivalente’ ”(I. Calvino, … preso da un tuo “interlocutore”) .
Io ci trovo molto di liturgico. Dal punto di vista teoretico, invece, che rapporto ha la “soglia” con l’ “in-differenza” che ti è cara?
luigipuddu