Archivi del giorno: Maggio 26, 2005

Dal profano al sacro

Oggi, a Salerno, seminario con il prof. Vitiello e il prof. Gaetano Scarpetta, fisico teorico. Che s’è letta la Crisi delle scienze europee di Husserl, il § 9 (ieri) e il § 34 (oggi), ed è venuto a dirci quel che non va. Non va l’idea che Husserl avrebbe della scienza fisica (troppo logico-matematica), non va che pretenda di fondarla sul mondo della vita, non va che il meramente soggettivo-relativo di quel mondo ‘pesi’ sui risultati della scienza, non va che quelle del mondo della vita siano evidenze. Insomma: il prof. Scarpetta non ci ha capito granché, della Crisi. Allora si è aperta la discussione su che roba sia la fenomenologia trascendentale e il compito ‘genealogico’, di chiarificazione delle formazioni di senso costituite che essa si assegna, io a dire che neanche mi soddisfa del tutto questa genealogia, e Vitiello a un certo punto a bofonchiare che, insomma, c’è il Faktum della ragione, che la ragione è fede nella ragione.

Ed ecco che si fanno le 17.20, e nel bel mezzo della profana discussione, Vitiello se ne scappa a narrare il sacro (e pure il suo libro), per telefono a Fahrenheit.

Come si raccontano le storie

"Una storia va raccontata in modo che sia essa stessa un aiuto. Mio nonno era zoppo. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo Maestro. Allora raccontò di come il santo Baal-Schem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trasportò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando come facesse il Maestro. Da quel momento, guarì. Così vanno raccontate le storie".

(Questo racconto chassidico raccolto da Martin Buber l’ho trovato citato da Pierangelo Sequeri, qua)