Archivi del giorno: Maggio 31, 2005

Bouleversement

Vi avevo chiesto un consiglio sui programmi (http://www.azioneparallela.splinder.com/1117405407#4896211: dal computer dal quale scrivo non posso linkare, chissà perché): si vede che non mi prendete sul serio. La scadenza per la presentazione è oggi: ma ho tempo sino a mezzanotte. E devo cambiarli per forza, perché a quanto pare (ne saprò di più fra un paio d’ore) l’affidamento a Sora è mutato: non più Filosofia e Teoria dei linguaggi, ma Interpretazione dei testi filosofici, scientifici, letterari (non tutti insieme, spero!). Poi accade che una giovane laureata mi chieda: e mo’ che faccio? Lévinas o Ricoeur? Poi accade che su I miserabili vada in linea un bel pezzo su Ricoeur (http://www.miserabili.com/archives/2005/05/buone_ragioni_p.html), e allora sì: cambio, vada per Ricoeur. (A domani, per i termini esatti)

P. S. In fondo al pezzo sui Miserabili, si loda l’umanità di Ricoeur, che portava tutti in pizzeria, a confronto della rigida pretenziosità di Severino. Ma io a cena con Severino ci sono stato, ed è stato uno spasso. (Ah: si dice pure chi è oggi "la figura più importante della filosofia italiana": a voi scoprirla)

Ingerenza

Mi piacerebbe avere un’opinione sul tema del giorno: le parole di Papa Ben(e)detto XVI. Indebita ingerenza! Oppure: ma avrà diritto ad avere un’opinione anche lui, o no?

Ora, non credo che coloro i quali difendono il diritto del Papa ad avere un’opinione sui referendum considerino ingerenza solo l’intervento armato delle guardie svizzere, sicché a loro chiederei quando si configura l’ingerenza, e se conoscono casi recenti in cui il Papa ‘ha ingerito’. Non credo neppure che se il Papa dichiarasse di tifare per la Salernitana (come peraltro sarebbe auspicabile) coloro i quali lamentano le intromissioni vaticane parlerebbero di ingerenze nelle vicende del campionato di calcio di un Paese sovrano. Sicché a loro chiederei quando il Papa, parlando di cose diverse dalla Santissima Trinità, non ‘ingerisce’. Per il resto non so: ingerite pure nei commenti

Il pallone di Baudrillard

Il numero di Leftwing, rinnovato nella grafica e con la nuova pagina di ‘analisi e commenti’, è uscito: non dite che non ve l’avevo detto. E datemi ragione: Baudrillard ha torto. (La goccia è Monsieur Mitterand)

Quel che è fondamentale

Credo abbia non più di tredici anni. Indossa un jeans grigio a vita bassa, una maglietta di filo celeste con le spalline, scarpe da ginnastiche bianche e nere. I capelli sono scuri, sciolti e un po’ lunghi; le guance piene, come quelle di una bimba; ha una lieve peluria sul labbro superiore. È abbastanza alta, per la sua età. Io sono seduto su una panchina di pietra: ho bevuto un cappuccino e attendo che si faccia sera. Sto leggendo. C’è una fontana accanto alla panchina, e lei si avvicina; poi si allontana. Si avvicina di nuovo. Alzo lo sguardo. Vedo che ha in mano una foglia larga di magnolia, che ha raccolto da terra: la lava. Poi si allontana di nuovo; poggia la foglia sul prato. Poi gratta la terra bagnata, la raccoglie, e la stende sulla foglia. Poi ripete l’operazione con un’altra foglia di magnolia, e un’altra ancora. Gli stessi gesti. Altre volte, forme delle pallottole di fango e le deposita accanto alle foglie. Oppure le sistema a mo’ di corona sul bordo della fontanella. Utilizza un cucchiaino di plastica per raschiare il terreno. Oppure qualche sassolino. Le foglie sembrano disposte con cura, ma non ne sono sicuro. Qualche volta si avvicina a una pozzanghera, si china senza mai piegare davvero le ginocchia, intorbida un po’ l’acqua muovendo le dita, poi torna alla fontanella e si bagna le mani i polsi le braccia. E riprende l’opera. (Quel che è fondamentale, è inseparabile dall’insensato). Quando mi guarda senza volerlo, ha occhi indolenti e lontani. Non dice parola. Una signora con il cane la guarda e scuote il capo. Lei è piena e chiusa come la Berenice di Rilke. Lei è la ragazzina-magnolia.
Michel Montrelay : “Essa [la prima ‘idiota’ di cui si ha narrazione – nella Storia lausiaca, IV secolo d. C.] dilegua in un abisso che in realtà contiene; scompare in se stessa, senza tracce, «in uno spazio dove non vige più alcun pensiero»”, cit. in Michel de Certeau, Fabula mystica.