Archivi del giorno: giugno 13, 2005

Siete tutti preoccuparti per me?

Questo blog aveva il suo record di accessi il 21 aprile, per merito dell’elezione di Papa Benedetto XVI (eh già). Oggi il record sarà stracciato. Siete tutti preoccupati per me, dato l’esito del referendum? Oppure siete ansiosi di vedere come reagisco alla batosta? E’ sollecitudine, o il piacere che si prende per le sconfitte altrui? Come reagisco, comunque, ve lo dirò nel prossimo post (se leftwing nel frattempo è uscito).

Un certo genere di risposte

…Esemplifico: "colui che parte alla ricerca della verità è un soggetto". Quest’affermazione suppone che tu sappia già un po’ di cose: che la verità si cerca, ad esempio, e che chi cerca è un soggetto, e che un soggetto ‘parte’. Suppone che tu sappia che cos’è un soggetto, e che cos’è la verità (per poterne poi discutere come ne discuti: soggettiva, oggettiva…). Se continuo su questa falsariga, tu immagino che troverai sofistico un simile ragionare, che così non si arriva da nessuna parte, e che invece da qualche parte bisogna pur cominciare. Forse è vero. Ma, in primo luogo, io non saprei rispondere a domande simili perché trovo le domande già troppo compromesse, e, in secondo luogo, in filosofia questa esperienza disperante che non si riesce a ben cominciare da nessuna parte bisogna pur farla, questa esperienza dello sprofondare in se stessa della domanda; è in questa esperienza che per esempio si disegna una forbice fra l’urgenza esistenziale di una risposta (ma insomma, la verità c’è o non c’è?) e il profilo teoretico della domanda (un momento: che cos’è la verità) che non può essere ‘saltata’: va vista e sopportata. Caro GiuseppeG, per dirla con Heidegger, dovrei continuare ancora a lungo per ‘massaggiare’ ben bene la domanda, e il domandante (colui che ricerca e che parte) e il domandato (la verità), ma consentimi di finirla qui. Consentimi di aggiungere che io non direi mai (come ha scritto Leo)  che la tua domanda è la domanda capitale, ecc. (benché qui credo di capire bene perché Leo l’abbia detto, avend riguardo a ciò che si agita nella domanda – dal lato del domandato e soprattutto, forse, dal lato del domandante -, sicché vedi anche tu che non è la domanda sic et simpliciter il punto, ma ciò che si muove in essa – e, io aggiungo, ciò in cui la domanda stessa si muove). Se trovi questo genere di risposte (non questa mia risposta, ma questo genere di risposte) deludenti, non posso biasimarti: consentimi solo di dire che questa delusione è motivo per taluni per abbandonare ogni interesse per la filosofia, e per altri invece per buttarcisi a capofitto, con divorante passione. Infine, questo è una sorta di discorso protrettico, una specie di esortazione al filosofare che andrebbe sempre fatta dal vivo, in parole ed opere (‘ergo kai logo’): la filosofia la si deve vedere in esercizio, all’opera. La filosofia è un’attività non un fine. (E al massimo, dona uno sguardo, non una visione). Ciao

In utero

In caso di vittoria dell’astensione, mi occorrono argomenti ben solidi non per difendere la legge 194, ma per difendere la legge 40. Dal punto di vista morale e civile che gli astensionisti hanno preteso di difendere, mi pare infatti in ogni senso più rispettoso della dignità dell’embrione vietare la fecondazione assistita punto e basta. Con lo slogan: "ogni uomo ha diritto di nascere in un utero", io sono pronto.

Figure retoriche

La vittoria dell’astensione: un ossimoro.

La morale

Principio: "nessuno deve mai trattare se stesso o gli altri semplicemente come mezzi, ma sempre in pari tempo come fine in sé". In forza di questo altissimo principio, con il quale si è preteso di impartire una bella lezione morale ai sostenitori del sì ai referendum, se ho sotto mano una ragazza rumena da poco giunta in Italia, che ancora non parla italiano, gliela appioppo o non gliela appioppo una bella maglietta con su scritto ‘sulla vita non si vota’, che se le chiedi cosa significa fa spallucce, ma almeno la porta un po’ in giro e si vede che i benefattori che gliela hanno donata – per esempio, la Caritas – invitano all’astensione?