Condotta e regola, concetto e significato, codice e lingua, reale e possibile
Il dispositivo biologico all’origine della ‘geometria esistenziale umana’ è la ricorsività, presentata come generazione di sequenze infinite da un alfabeto finito, ma definita poi come capacità di seguire regole. Una regola non è una condotta: una condotta, un mero abito associativo, non si oppone a un’altra condotta. Una regola sì. Con la regola, siamo su un terreno normativo, in cui vigono le distinzioni giusto/sbagliato e vero/falso.
La capacità di seguire regole del cervello umano è dunque il punto. Sul punto (differenza fra ogni altra abilità o ‘concetto’, ogni altro ‘schema di attivazione globale’, e questa capacità) Cimatti non dice e non può dire molto, visto che considera le regole “risultato – meccanico, non intenzionale – della densità delle connessioni fra gli schemi di attivazioni globali”.
Il cervello genera spontaneamente regole. Solo con le regole, si apre la dimensione del possibile. Solo con le regole si apre la dimensione del significato – quella dimensione in cui la connessione fra segno e oggetto è mediata. Non c’è nessun segno che si riferisca a un oggetto se non per la mediazione di altri segni (è la lezione di De Saussure).
Siamo giunti così al linguaggio, che è un sistema segnico non ottenuto per mero calco degli oggetti.
Sistema ricorsivo, che consente quindi pensare a quel che si percepisce tramite ciò che non si percepisce, e viceversa. Altrove, possibile, nulla, coscienza di morire allignano qui.