Archivi del giorno: giugno 19, 2005

Cose dell'altro mondo

Pur non coltivando ambizioni astronautiche, ieri ho trascorso un paio d’ore nel modulo SAT-8. (Dico proprio nel modulo: dentro, non a fianco)

Pera, l'impagabile (?)

C’è un risveglio spirituale in corso. Con la sua sottile sensibilità di popperologo, lo coglie Marcello Pera, che dice: "vi è un’inversione rispetto alla cultura della resa, o del compromesso o dell’appeasement nei confronti della modernità ipersecolarizzata, che aveva colpito anche una parte della Chiesa cattolica. In altri termini si è dimostrato che il relativismo è molto chic, ma non paga".

Da un popperologo come Pera uno si deve aspettare di tutto. Persino la predica agli intellettuali che hanno "una tendenza sempre più spiccata a scrivere articoli e libri leggendo solo i propri articoli e i propri libri" (uno si chiede: ma Pera, il popperologo, cosa ha scritto che non fosse "appollaiato sulle spalle di un altro pensatore"?). Ma quel che fa davvero rabbia (perché è il Presidente del Senato, perché lo intervistano anche in ragione dei suoi presunti titoli culturali) è l’assoluta inettitudine filosofica di quest’uomo. Siccome lui si è arreso, siccome lui non ha in testa uno straccio di filosofia che possa permettergli di mettere seriamente in questione il ‘relativismo’ (l’etichetta più cretina che possa essere applicata al nostro tempo), allora non c’è una filosofia, un sapere del genere (e per fortuna c’è il Papa, a cui Pera scrive le prefazioni).

Ma poi: il relativismo non paga. Ma Pera, il pensatore Pera, adotta solo posizioni di pensiero che paghino? Si appaga solo quando qualcosa paga?

Brigate internazionali

Se le finanze me lo consentissero, il 2 luglio sarei a Madrid

Costi e benefici

Ferrara scrive: "E’ un papa che non delude". E perché non delude? Perché ha proposto ai laici (ai laici, non ai cristiani) di "fare come se Dio ci fosse". E Ferrara si domanda: "ma non è il colmo del laicismo e dell’ardimento intellettuale, per il vicario di Cristo in Terra, considerare il Padre come un’ipotesi?". Qui l’unico, vero colmo è che Ferrara (quello a cui bisogna pur riconoscere vis filosofica) non capisca o capisca esattamente il contrario di quel che è da capire. Perché Ferrara stavolta veramente non ha capito. E infatti continua, imperterrito: questo Papa "è disposto a nominare il Signore un’ipotesi pur di ottenere che gli uomini e le donne di questo tempo imparino […] a comportarsi non dico bene, ma benino". Disposto a nominare il Signore un’ipotesi? ma che ha capito Ferrara? Ci vuole ardimento, secondo Ferrara, a dire a un altro: dài, prova a pensarla come me! Che ti costa? E vedrai, invece, che benefici!

(Su questo splendido pensiero ratzingeriano, non sul commento di Ferrara, domani su Leftwing. Mi raccomando, voi che lo leggerete: per una volta, fate finta di esser d’accordo con me: che vi costa?)