La affidiamo a Massimo Introvigne, che su Il Giornale (ripreso qui) scrive
"Lo stesso dibattito è in corso in Francia, e nelle ultime settimane si è concentrato sul matrimonio gay, un duro pamphlet del filosofo Thibaud Collin, ascoltato consigliere di Sarkozy, che ne ha subito preso le difese. Per Collin una società può sfuggire alla sua auto-distruzione soltanto se riposa su alcuni principi del «senso comune», accettati da tutti. Tra questi ci sono l’idea che uccidere l’innocente e rubare siano comportamenti criminali, il divieto della pedofilia e dell’incesto, e anche la nozione che un figlio sia tale in quanto ha un padre e una madre e che il matrimonio sia l’unione fra un uomo e una donna. Una democrazia è veramente tale in quanto rispetta questi principi, che sono condivisi dalla grande maggioranza dei cittadini ma nello stesso tempo costituiscono il retroterra etico su cui la stessa democrazia si fonda, così che il fatto che un governo sia stato eletto dalla maggioranza non gli consente di per sé di modificarli".
Il ragionamento (non c’è dubbio: è un ragionamento) non sarebbe però completo senza le righe seguenti:
"Oggi una rivoluzione ulteriore al marxismo, secondo il filosofo francese, ragiona nello stesso modo. Sa bene che la maggioranza è contraria al matrimonio degli omosessuali, e al fatto che due persone dello stesso sesso possano «avere» (per adozione o fecondazione artificiale) dei figli. Ma sostiene che questa opposizione deriva da una «falsa coscienza» indotta dall’«eterosessismo» (la convinzione della «normalità» dei soli eterosessuali) e dalla «omofobia»".
Zapatero è servito: questi principi morali sono intoccabili (Si noti la finezza di distinguere la maggioranza che condivide i principi morali dalla maggioranza che elegge Zapatero. Si noti l’arguzia di mettere nel lotto dei principi morali intoccabili quelli oggi non in discussione, e quelli che per questo mezzo si vuole elevare al medesimo rango. Si noti la conseguenza che dai tempi di Pierre Bayle non si udiva più: altro che atei virtuosi! Se non sei virtuoso non sei democratico).
P.S. Confesso l’ignoranza: chi è Collin?