Archivi del giorno: luglio 7, 2005

"I sanguinosi attentati che hanno sconvolto la città di Londra mi riempiono di costernazione e di orrore. La perdita di tante vite umane e la devastazione causate dalla barbarie del terrorismo suscitano in tutti gli italiani ripugnanza e sdegno. Questo dramma colpisce il Regno Unito nel momento in cui sono riuniti sul suo suolo, nell’ambito del G8, i maggiori esponenti della Comunità Internazionale per affrontare sfide cruciali per il futuro del mondo. Deve rafforzarne l’unitarietà di intenti e la volontà di realizzarli. Il terrorismo è una minaccia globale; mette a repentaglio la stabilità e la sicurezza di tutti i Paesi; va contrastato con fermezza. Va affrontato anche con lucidità nell’individuarne e sradicarne le cause. Il popolo italiano è a fianco del popolo britannico nella esecrazione per l’attentato, nella condanna del terrorismo, nella umana pietà nei confronti delle vittime innocenti. Con questi sentimenti desidero far pervenire alle famiglie delle vittime e a Lei Maestà le espressioni di profondo cordoglio e di partecipe solidarietà".

Matrimoni gay/1

Un aspetto interessante della discussione provocata dalla deriva zapaterista dell’occidente (volano parole grosse, da fine della civiltà) è che quando ne accolgono l’opinione, i cattolici usano specificare che si tratta di un ‘laico’. Gino-Faramir cita l’opinione del laico Enzo Reale (che ho già discussa invano). I laici che accolgano l’opinione di un cattolico, citandola si premurano quindi di riportare l’opinione del cattolico Tal dei Tali. Accade però che del cattolico Tal dei Tali si può dire subito che non è un vero cattolico (e perfino ridicolizzarlo, se per esempio si trova ad essere d’accordo con i radicali), mentre non analoga sorte può subire il laico. Come sarebbe fatto un ‘laico falso’? Difficile a dirsi. Mentre i cattolici hanno un Papa e un catechismo, e com’è fatto un falso cattolico (un cattolico che sbaglia) lo sanno ben dire.

P.S. Enzo Reale concorda in toto con l’opinione di Marcello Pera: "la legge zapateriana di omologazione delle unioni omosessuali al matrimonio eterosessuale consiste essenzialmente nella trasformazione di un desiderio in un diritto". A qual punto però Pera concordi con la sua stessa opinione – passata e presente – è, com’è noto, di difficile determinazione.

Verità e mondo

Sul blog di markelo, c’è il testo dell’intervento di Sergio Baratto all’ultima riunione di Nazione Indiana. E c’è poi un contributo di Sergio Garufi. Io qui vorrei aggiungere solo una considerazione generale (sul genere criptico già sperimentato con successo). Baratto dice (fra l’altro): non ne possiamo più di quelli che ‘il compromesso è indispensabile’: presa questa china, si potrebbe aggiungere, si finisce col giustificare tutto.

Io dico: eh no. Presa questa china, si è in condizione di giustificare (in linea di principio) tutto, col che aumenta la responsabilità di non fare tutto. Tutto sarebbe giustificabile, con questa logica da realpolitik: vuol dire questo che tutto è giustificato, o piuttosto che il bene è senza giustificazioni?

(I frammenti pascaliani sulla raison des effets sono i più scandalosi di tutta la progettata e mai compiuta apologie. Vi si dice che verità e mondo non coincidono mai. La verità non è una grandezza ‘politica’, mondana. Ma questo non significa che si possa ‘usare’ cinicamente questa non verità del mondo come verità del politico: per avallare ogni cosa. Significa invece che si è disarmati contro questo uso della non-verità del mondo elevata a verità: non si dispone di una più alta verità (se non, per Pascal, in Gesù Cristo). Dal’intervento di Garufi mi pare di capire invece che Benedetti, Scarpa, Moresco, questo point haut da cui giudicare del mondo ce l’avevano. Che la verità precipiti nella non verità è infatti difficile da accettare. Ma questa accettazione è l’etica più accogliente ma anche più disarmante che io conosca. (E giustifica gli altri, ma non giustifica mai se stessi).