Un acido signore che ha da essere un mio non giovane (credo) e non entusiasta (son certo) collega (ma non entusiasta di cosa? della filosofia? della vita? dei blog? della gioventù? di tutte e quattro le cose? dell’entusiasmo stesso?) trova lepidi, "signoramia", "i linche dei blogghe come il catalogo delle opere platoniche".
Bisogna aver vissuto molto, per scrivere così: con un tale disincanto. (Non so: passo ai libri di Aristotele, alle figure della Fenomenologia di Hegel, oppure cambio genere e per far contento il signore metto su un campionario di acidi: cloridrici, solfidrici, cianidrici e via nomenclando?)
certo che sei permaloso (adesso dice che non è permaloso).
Nel caso, io vorrei essere la coscienza infelice.
dhalgren, perbacco: ma tu sei di qui. Perché non ci incontriamo?
perchè è già avvenuto (della serie: l’orribile dubbio).
Nessun dubbio orribile: non chiamo incontrarsi l’incrociarsi all’edicola, o dal macellaio.
oh, caso mai dovessi ripassar di qui: scendi dal pero.
wow, è ripassato veramente. a pisché, datte ‘na carmata.