Bodei e il compimento

Intervista a Remo Bodei sull’Unità. Risale quasi ad un mese fa, ma vale la pena rileggerla. Ve la sbocconcello: "l’ideologia da contrastare è quella che eleva a dogma la lotteria naturale. E che respinge ogni intervento sulla natura come illecito" (a proposito dei referendum); "E però dietro la tolleranza e dietro la democrazia che vi si associa, affiora non già un valore debole. Bensì assoluto: il valore della compatibilità dei valori. L’idea di uno spazio neutro, laico e non anticristiano. Dentro il quale tutti possono stare, a certe condizioni di riconoscimento reciproco" (a proposito della ‘dittatura del relativismo); "La forza dei laici non sta tanto nella tolleranza, termine ormai inadeguato, quanto piuttosto nella capacità di creare uno spazio pubblico di confronto. Tra tutti coloro che hanno credenze e convizioni diverse. Perciò siamo fermamente tenuti a difendere tale spazio pubblico" (a proposito dei presunti debolismi della cultura laica); "Prendiamo l’anemia falciforme di Falconi, malattia fino a ieri incurabile. Ebbene negli Usa, grazie alla fecondazione artificiale, è stato fatto nascere un bambino con il cromosoma di quella mlattia riparato. In seguito dal bambino è stato prelevato il midollo osseo, per curare con successo la sorella affetta da quella malattia. È nazismo questo? È eugenetica? No. Quel che è inaccettabile invece è l’idea sacrificale che la sofferenza vada accolta come tale, senza la pretesa di voler alterare i verdetti della lotteria naturale" (a proposito…beh: si capisce a che proposito).

Infine (ma c’è ovviamente dell’altro, nell’intervista):  "è innegabile che dopo Gramsci e le antropologie materialiste del 900, non si scorga ancora una concezione compiuta dell’uomo dotata di una sua coerenza. Si indossa un vestito filosofico di Arlecchino e la “tolleranza” e l’eclettismo non bastano". Qui dico: "dopo Gramsci" è un gentille omaggio alla testata che intervista Bodei. Ma soprattutto: nessuno pensa che in filosofia basti l’eclettismo, ma il problema per la filosofia non è oggi una "concezione compiuta dell’uomo", ma cosa significa compire una concezione, e se l’uomo senza compimento sia necesseariamente un Arlecchino

5 risposte a “Bodei e il compimento

  1. mischiare argomenti logici e pratici è sempre una forma di debolezza. è invece segno di stupidità illudersi di poter giungere a un equilibrio delle idee senza un equilibrio della forza. prima viene la forza.

  2. da quello che leggo l’arlecchinità dipende dalla mancanza di coerenza e non dalla mancanza di compimento. una concezione completa e coerente è, banalmente, quella che bodei va cercando e pensa di trovare in gramsci (al di là dei gentili omaggi). perché spostare il problema?

  3. Bodei fa una bella pappetta pro domo sua del concetto di eugenetica.
    Che c’azzecca il nazismo con la terapia genica Dio solo lo sa e la santissima lo vede, non c’entra nulla, appunto, ma lui ce lo fa notare con una bella domanda retorica che pare ambire a risuonare in qualche zucca vuota da infarcire,
    (beato lui se ha di queste ambizioni), altrimenti non si spiega per chi -tra gli antireferendari- o perché abbia scritto una simile str…..
    Che fosse una domanda marzulliana -me la faccio e mi rispondo-?
    Dagli all’oscurantismo, come no, ehhh: piuttosto due belle fette di prosciutto come le appronta lui insieme all’Unità per ciascun improvvido lettore…

  4. Non credo, cara Porph. Non è mica difficile trovare una concezione coerente dell’uomo: la coerenza è un criterio solo formale. Difficile è trovare una concezione coerente che però acchiappi tutto l’umano. Il difficile è acchiappare, senza facili semplificazioni, tutto l’umano.
    Goedelizzando un po’ a sproposito: coerenza e completezza non le riesco a tenere insieme. Ma non è che allora mi basti la coerenza: Bodei vuole la compiutezza, vuole una concezione che ‘si compia’ in coerenza.
    Ora, mentre la coerenza lascia che ognuno se la scelga a partire dalla premesse che si vogliono (purché appunto si sia poi coerenti con quelle); la compiutezza (ma io oserei scrivere compitezza: vi sono cse che si compiscono senza che esse siano compiute) questa scelta non la lascia.
    Ed è con la compiutezza che bisogna fare qualche conto filosofico in più.
    Ciao

  5. io rileggo il tuo post, le parole di bodei, e capisco nuovamente quello che ho già detto: bodei descrive una situazione nella quale una concezione che riesce ad abbracciare tutto l’uomo si dà e risulta da un patchwork eclettico. La completezza è data, ma è un arlecchino, perché l’insieme che ne risulta non è coerente, le diverse visioni di aree specifiche non comunicano. Di qui il problema della coerenza nel senso di non omogeneità, che può anche essere un problema superficiale, di mancanza di sforzo teoretico magari (d’altra parte non viene detto che l’insieme sia necessariamente incoerente). Dati questi significati di compiuto/completo e coerente/omogeneo non esiste nessun goedel che ci morde la caviglia. Sarà anche difficile, ma non esistono preclusioni teoretiche.

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