Contro la verità

Nel commento #19 ad anticristiani/4, a proposito della "diatriba fra chi – in astratto – è consapevole di conoscere la verità e chi pensa che la verità non sia conoscibile", Ezio scrive: "mi limito ad osservare che chi conosce la verità è per questa sua caratteristica malvisto, suscita antipatia, dispetto (il che è mi pare puerile). Ma come si deve comportare l’umile conoscitore della verità?".

Ezio mi concede l’attenuante del caldo. Così io, attenuato, rispondo, ma con parole non proprio mie: e se caratteristica della verità fosse quella di non contrastare l’opinione (il falso, l’errore)? Se la verità è l’incontrastabile, la verità non sta di contro a nulla. Nulla può costituirsi di contro ad essa, neppure l’opinione (il falso, l’errore) – il che non significa necessariamente che non c’è nulla ‘di contro’, ma che non c’è il ‘di contro’ (il che pone particolari problemi speculativi quanto alla natura di quest’ultima affermazione vera: "non c’è il di contro", poiché essa pare costituirsi di contro all’affermazione che il ‘di contro’ c’è).

(Se il caldo non è ancora troppo, aggiungo. Le parole sono una parafrasi di Vero Tarca. Il passo logico-dialettico appartiene alla discendenza di Severino. Se poi volete sapere se a me sta bene: non proprio. Ma ora il caldo è veramente troppo)

7 risposte a “Contro la verità

  1. utente anonimo

    Quanto sei vitielliano!
    E se la verità fosse un’esperienza, un transito?

  2. utente anonimo

    Quanto poco, vorrai dire. Figuriamoci se Vtiello toglierebbe il ‘di contro’

  3. utente anonimo

    Hai ragione, non ci avevo pensato!

  4. Non ci ho capito niente.
    :-
    ezio

  5. E’ che ho così poco capito che non ho trovato una faccina adeguata e ne ho coniata una a caso,
    ezio
    >:-|

  6. Ah, se è così, siamo ai fratelli Capone!

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