Archivi del giorno: luglio 21, 2005

Parola di Toni

"Gentile è allo stesso livello di Bergson e Husserl". Io metterei Husserl un pochino più su, ma d’accordo. "Croce è filosoficamente insistente". Sì, concordo. "L’Italia è il paese del Vaticano". Beh, politicamente e storicamente è vero. Filosoficamente, un po’ meno. "Il pensiero debole ha tradotto in italiano un Foucault e un Deleuze travestiti da soubrettes". Se questo significa che Foucault e Deleuze sono più forti del pensiero debole, d’accordo. Quanto alla polemica culturale, la metterei così: ha favorito un clima nel quale si traducevano, ecc.". In Cacciari e Magris "c’è una vena nostalgica". D’accordo (anche se nel primo non c’è solo quella). Habermas e Rawls sono entrati in Italia "perché mostravano che da giovani si poteva essere  radicali ma che da vecchi si dinventa necessariamente reazionari". Abbastanza d’accordo (e d’accordo soprattutto se questo significa che la taglia dei pensatori italiani che hanno introdotto i due in Italia non è proprio di gran formato). "Sofri non ha mai avuto un’idea di comunismo molto precisa. E’ sempre stato un liberale. Oggi se lo scopre, ma lo è sempre stato". Grande Sofri.

Restano i giudizi positivi. Gramsci per la metà non ottocentesca del suo pensiero (e non mistificata dalla cultura di sinistra che ne ha attenuato il comunismo), Tronti per il rinnovamento del marxismo in Operai e capitale, Luisa Muraro per il pensiero femminile della differenza. Questi ultimi giudizi mi mettono in difficoltà.

(C’è dell’altro nell’intervista di D’Orrico a Toni Negri, sul Magazine del Corriere: ci sono la risata mefistofelica e le battute sarcastiche, ma i giudizi li ho riportati tutti).

 

Flavia Vento

Dal Magazine del Corriere. Un intervista intera in mezzo a Totti, miliardari che fanno la corte, Di Caprio e Bentivoglio e poi lei, subito prima di finire: "Guarda che il mio tipo ideale è un altro. Un intellettuale, uno scrittore, un filosofo". Che faccio, mi butto?

(non fate gli sciocchi: notate invece il climax)

Architettura

Da Ezio, ferve la discussione (con Davide) sulla Chiesa di Richard Meyer a Tor Tre teste. Da queste parti, mi piacerebbe sapere se la prima pietra dell’auditorium di Ravello (link delle foto del progetto in fondo alla pagina) progettato da Oscar Niemeyer sia stata effettivamente posta, come leggo qua

(A me dell’architettura piace anzitutto la ‘paroletta’ archi-, mi piace ancor più se sotto si sente un po’ (solo un po’) di an-archia. Mi tornano ovviamente in mente Aristotele e Kant, e l’abitare poetico di Heidegger. E le ‘spianate’ di Platone e Descartes, e la città del linguaggio di Wittgenstein. Sulla città avrei scritto pure un saggetto, anni fa. Sta insieme a Zarone, Schabert, Duque e altri ancora. Non pensavo fosse ancora in commercio. Ma poiché ad ottobre, a New York, mi dovrò inventare qualcosa sul tema "L’intellettuale, la sua città e l’Europa", sarà il caso che mi rilegga per sapere cosa penso).