"Gentile è allo stesso livello di Bergson e Husserl". Io metterei Husserl un pochino più su, ma d’accordo. "Croce è filosoficamente insistente". Sì, concordo. "L’Italia è il paese del Vaticano". Beh, politicamente e storicamente è vero. Filosoficamente, un po’ meno. "Il pensiero debole ha tradotto in italiano un Foucault e un Deleuze travestiti da soubrettes". Se questo significa che Foucault e Deleuze sono più forti del pensiero debole, d’accordo. Quanto alla polemica culturale, la metterei così: ha favorito un clima nel quale si traducevano, ecc.". In Cacciari e Magris "c’è una vena nostalgica". D’accordo (anche se nel primo non c’è solo quella). Habermas e Rawls sono entrati in Italia "perché mostravano che da giovani si poteva essere radicali ma che da vecchi si dinventa necessariamente reazionari". Abbastanza d’accordo (e d’accordo soprattutto se questo significa che la taglia dei pensatori italiani che hanno introdotto i due in Italia non è proprio di gran formato). "Sofri non ha mai avuto un’idea di comunismo molto precisa. E’ sempre stato un liberale. Oggi se lo scopre, ma lo è sempre stato". Grande Sofri.
Restano i giudizi positivi. Gramsci per la metà non ottocentesca del suo pensiero (e non mistificata dalla cultura di sinistra che ne ha attenuato il comunismo), Tronti per il rinnovamento del marxismo in Operai e capitale, Luisa Muraro per il pensiero femminile della differenza. Questi ultimi giudizi mi mettono in difficoltà.
(C’è dell’altro nell’intervista di D’Orrico a Toni Negri, sul Magazine del Corriere: ci sono la risata mefistofelica e le battute sarcastiche, ma i giudizi li ho riportati tutti).