Va così. Ornella Muti si fa attendere per un’ora; il Direttore artstico è preoccupato per i tempi: dopo c’è la proiezione del film, poi la premiazione, e devono parlare tutti: il sindaco, l’assessore, il senatore, i giornalisti. Massimo, devi stare in cinque minuti. In cinque minuti dibattere di cinema e comunicazione! Ma certo.
La Muti arriva. C’è un terzo della gente che c’era gli altri anni per Valeria Marini e per la Cucinotta: ormai, se non passi in tv, puoi anche aver fatto la storia del cinema italiano: non interessi. (Però non è solo bella, è decisamente, invitantemente seducente). Si comincia. Parla il Sindaco: un minuto. Parla l’assessore: un minuto. Parla il gornalista: un minuto. Parla un altro giornalista: tre minuti. Ma sin qui siamo ai saluti e agli omaggi alla bellezza e alla carriera. Poi mi vien data la parola per i miei dotti cinque minuti. Allora io dico: volete che io parli di cinema e comunicazione? E io parlo contro la comunicazione. La comunicazione non c’azzecca nulla. Quale sarebbe la cosa della comunicazione? Che cosa comunica un film? Che cosa dice un film? Un bel niente? Non li vedete attori e autori che alla domanda: cosa voleva dire il film non accocchiano due parole in fila? Forse non si tratta di dire. Forse (frase di Flaubert da me molto amata), i capolavori sono stupidi come i grandi animali e le montagne. Però parlare di stupidità non è carino. E allora? Quand’è che un attrice è brava (cinematograficamente parlando). Quando buca lo schermo (omaggio al volo alla Muti). Quando buca lo schermo? E che roba è il bucare lo schermo? Qui avevo in testa un sacco di filosofemi sulla schermo che non si vede però fa vedere (Però si vede anche, e si vede – di traverso – proprio quando viene ‘bucato’), ma lascio perdere. Beh, se un attrice buca lo schermo, ci lascia a bocca aperta qualunque cosa faccia o dica. Meraviglia. Come il cielo di Wittgenstein. La prova? Quant contano le mie parole, e quanto la presenza della Muti, qualunque cosa dica? (Ecco che la chiacchierata si autodistrugge)
In tutto: quattro minuti e quaranta secondi. Seguono domande alla Muti, molto affabile, e poi tutti a mangiare, mentre in piazza proiettano L’ultima donna di Ferreri.
è vero ha parlato anche l’assessore (alla cultura), ecco il suo discorso:
“niente (ed era la terza serata che iniziava il discorso ?!? così) anche io ho scritto 40 pagine di appunti ma davanti alla Muti non ho nulla da dire”.
Complimenti poteva almeno fare lo sforzo di farsi preparare qualcosa.
quattro minuti e quaranta secondi.
ma i volti di chi era seduto intorno a quel tavolo Li ha visti? erano imbarazzati, a mio avviso avevano paura di qualche domanda.