Candidatura

L’articolo scritto da Filippo La Porta sulle pagine culturali del Corriere della Sera (ripreso da Lipperatura) si candida autorevolmente a scempiaggine filosofica massima dell’estate 2005. Ed è un peccato, perché la scempiaggine era evitabilissima. La Porta voleva arrivare a formulare questo auspicabilissimo auspicio:
“mi piacerebbe che la laicità venisse rappresentata proprio dal romanzo”. Per arrivarci ha creduto però di dover dire qualche scempiaggine sulla filosofia. Le seguenti:
1. oggi “un filosofo non può che ripetere all’infinito lo stesso ritornello”. Me li trovi, La Porta, due filosofi due che ripetono lo stesso ritornello, oggi! Luogo comune per luogo comune, i filosofi son come gli orologi: non se ne trovan due che segnino la stessa ora (o dicano la stessa cosa). (Però, se La Porta vuol spremersi un po’ le meningi, consideri che quando un Heidegger afferma che i filosofi pensano sempre il medesimo, cioè l’essenziale, dice l’esatto opposto di quel che dice lui);
2. “[lo stesso ritornello, cioè che] la modernità è pluralista, fallibilista e tollerante”. Ora, prendiamo la grande filosofia del ‘900 (Husserl, Wittgenstein, Heidegger): questa è gente che ha ripetuto il ritornello che fischietta La Porta? E anche se ci affianchiamo, che so, Foucault e Habermas, Quine e Davidson, Deleuze e Chomsky, ne viene fuori solo quella cosuccia debole e esangue che dice La Porta? Crede davvero La Porta che l’ultima parola della filosofia sia quella che gli fa dire lui? Crede davvero che tutta la penetrazione concettuale di cui la filosofia è capace si risolva nella canzonetta, nel ritornello che canticchia lui?
3. “[lo stesso ritornello] del tutto privo di drammaticità umana”. O perbacco, ma di che parla La Porta? Lui non ha orecchie filosofiche, evidentemente, e non riesce dunque a scaldarsi il cuore. Ma la biografia di (metteteci tutte le differenze individuali, ovviamente) Nietzsche o dello stesso Heidegger, di Simone Weil o di Edith Stein, di Giovanni Gentile o di Enzo Paci, di Emanuel Lévinas o di Paul Ricoeur son proprio da buttar via? E La Porta trova aride le loro opere, prive di drammaticità? Cavolo!: le ha lette? La Porta si nutre forse di sola letteratura secondaria, in materie filosofiche? (Oppure la sua osservazione riguarda in genere la filosofia tutta – non solo quella di oggi – le astratte astrazioni concettuali, che in scena non stanno come i personaggi nei romanzi di cappa e spada?)
4. “Né [quel ritornello] ci aiuta a capire una distinzione decisiva: il relativismo significa non equivalenza di tutti i valori, ma rinuncia a imporre ad altri i propri valori”.
Ma Filippo La Porta pensa davvero a quel che scrive? Ci pensa su per bene, prima di scriverlo? Quanti secoli saranno che la filosofia sa una cosa del genere? Forse la filosofia non lo aiuta, ma diamine!, se Filippo La Porta non si aiuta un po’ da solo! Per rimanere al ‘900, la cosa che i filosofi non aiutano a capire si trova a chiare lettere, a chiarissime lettere, per dirne due, in Merleau Ponty e in Wittgenstein. Basta leggerli.
5. E’ capitato mai di notare, a Filippo La Porta, che i filosofi i romanzieri li leggono, specie nel ‘900? Cervantes Flaubert Dostoevskij Melville Kafka Proust Musil Joyce Mann i filosofi se li leggono, e li sanno anche far fruttare filosoficamente: vogliamo fare anche il contrario, per favore?
 

7 risposte a “Candidatura

  1. utente anonimo

    Bella difesa del campo,
    però non capisco come si possa schierare a falange gente che propugna immaginazioni che tra di loro risultano (pressoché) mutuamente esclusive. Non si “sbudellerebbero” prima tra loro? elio

  2. chi scrive “di filosofia”non sa farlo filosoficamente,un filosofo sarebbe stato in grado di diventare l’altro da “distruggere”e lo avrebbe fatto così profondamente da poter attaccare le radici.chi “gioca” con il pensiero crea un fantoccio da distruggere ma tra i cocci non raccoglie altro che l’immagine superficiale nel suo specchio

  3. ma è il Corriere o Cuore?

  4. Tutte bestialità, in effetti, anche se sulla drammaticità umana forse il La Porta il cerchio più esterno del bersaglio lo centra. Poi, quanto a cuore caldo, direi che fra Nietzsche e Heidegger c’è una bella differenza (eroico furore vs. coniglio bagnato).

    Filter

  5. è incontestabile che la chiacchiera filosofica appare una ributtante scemenza. ma questo mica adesso. da centinaia di anni è così. come pretendere che il pubblico segua un argomento per più di due minuti? e allora ‘sti filosofi si abituino: se non vogliono dire cose elementari, non dicano nulla. o se lo dicano tra loro.

  6. al punto 3 (vita e opere prive di drammaticità) mi permetterei di aggiungere al tuo elenco anche il nome di un altro filosofo, la cui vita e opera non mi pare del tutto priva di “drammaticità”: Karl Marx.

  7. Caro ciccio, l’elenco è ovviamente aperto, ma si trattava dela filosofia del ‘900.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...