Evviva! Agnoli è tornato sull’argomento Bruno, mezzo mago! Ed è tornato per rispondere con fierezza alle accuse di Giorello e Ordine, apparse sul Corsera. E che io purtroppo non ho lette.
Ma ho letto gli articoli di Agnoli, e
questo ultimo, da cui estraggo (perché poi finisce in archivio): questo prezioso pensiero:
“cosa vi è di scientifico, di moderno, nel credere a stelle e a pianeti animati e divini, capaci di conseguenza, evidentemente, di agire sull’arbitrio umano? Esattamente nulla. Bruno non avanza, ma retrocede terribilmente”
Devo pensare che per Agnoli si avanza quando ci si muove nel verso della scienza e della modernità? Sarebbe questa un’ottima notizia! E’ un modernista, Agnoli! Agnoli sostiene peraltro, “in ottima compagnia”, che Bruno “non fu assolutamente uno scienziato moderno”. Ma bene! Sa però Agnoli che anche Descartes (per dirne uno) non fu assolutamente uno scienziato moderno? Sa che l’astronomo Tycho Brahe (per dirne uno) stava a Praga, a fare oroscopi? Se proprio tiene al criterio aureo: è avanzato ciò che è moderno, è moderno ciò che osa e si spinge in avanti, non trova Agnoli che la domanda da porsi è se a far avanzare il moderno e ad osare hanno contribuito di più le idee egizie e cabalistiche di Bruno mezzo mago o il naturalistico rogo della Chiesa?
(La questione delle origini del moderno è ovviamente questione intricata assai. La cosa è controversa, ma dire che Bruno trafficava con la magia, Agnoli non lo sa ma è fargli un complimento, perché gran parte delle idee nuove, degli azzardi teorici e delle sperimentazioni pratiche circolavano fuori dalle istituzioni, alquanto lontano dai sapere filosofico e teologico ufficiale, in quel crogiuolo dal quale anche Bruno ha pescato e al quale contribuito. Crogiuolo dal quale ha pescato anche Descartes – per dirne uno -, prima di prenderne le distanze).