Finto candore. Ogni tanto in rete c’è qualcuno che ti smaschera, e allora è bene confessarsi in pubblico. A proposito di questo testo (qui siamo solo al diciottesimo commento), un certo elio dice:
"Quelle vaghezze [le vaghezze del testo in questione] sono funzionali al mascheramento della parte essenziale, cioé il niente. Servono ad impressionare il profano, a indurre rispetto e timore reverenziale, lanciando al tempo stesso un occhiolino complice verso l’iniziato. Tutte cose che mi sembra ti siano ben note, dato che molte delle tue "questioni" sembrano proprio nuvolette di malinteso provocate dall’uso ambiguo di termini del senso comune ridefiniti in sede specialistica, e dalla continua introduzione di presupposti arbitrari passati come ovvietà. Dopo averne dipanato un certo numero, quel gioco uno finisce per decostruirlo" (lo trovate qui).
Quando m’imbatto in uno spietato demistificatore della chiacchiera filosofica come elio, di solito io mi ritiro in buon ordine. Ora lo so, a elio non la si fa. (Però elio mi concede pure che gli argomenti del blog sono talvolta interessanti – immagino: se uno ha la pazienza di dissipare le nuvolette – e allora io sono comunque contento)