Archivi del giorno: settembre 15, 2005

Voglia di studiare

"Un Dio che esiste [es gibt] non esiste [D. Bonhoeffer]. Un Dio che c’è […] che è un oggetto, visibile, dimostrabile, raggiungibile, come un punto fermo, francamente non c’interessa: è il Dio dei filosofi, non di Abramo Isacco Giacobbe – come diceva Pascal". Con un esempio: "dire di un fine che esiste è un problema: un fine che esiste non c’è, non si dà". Così Gianni Vattimo. Lo potete ascoltare in questo sito dedicato alla cattedra dei non credenti dal vescovo di Fano (la citazione di Vattimo si trova nella seconda parte, al minuto quarantesimo). Lo so che molti credenti non gradiscono queste derive ermeneutiche…

…e allora un bel balzo: "Si delinea nella cultura europea della sinistra un filone anticristiano che vede nel riferimento a Dio e alla natura umana, cioè a un principio morale e religioso, una negazione della libertà: una nuova forma di ateismo che, rispetto a quella comunista, chiameremmo nichilista e non più rivoluzionaria". Qui i credenti riscoprono, grazie a Baget Bozzo (L’anticristianesimo di Prodi, su Il Secolo XIX di oggi) che se la prende con Prodi e i Pacs, che per essere buoni cattolici bisogna darsi come un bel punto fermo, un oggetto visibile, dimostrabile, raggiungibile, non solo Dio, e passi, ma pure la natura umana (nei termini che si leggono dove: nella Bibbia, in Agostino, nei manuali scientifici correnti?).

P.S. che razza di link, direte voi. Ma è andata proprio così, che ho letto Baget Bozzo mentre ascoltavo Vattimo. (E’ andata così, aggiungo, perché stamane la voglia di studiare, ahimè non c’è).

Cercasi disperatamente

Cercasi disperatamente blogger che esibiscano il banner I love Pera. A quanto infatti leggo in questo articolo de Il Giornale (La seconda vita del filosofo: da casella vuota a ideologo del centrodestra), il messaggio del Presidente – l’unico che nel centrodestra sta facendo politica, secondo Fini – "fa presa sui giovani universitari e sul movimento dei blogger vicini al centrodestra".

Nientemeno.

La gioia del pensiero/4

"Come leggere queste parole: non sicut ego volo, sed sicut tu (Mt., 26.39) – come parole di ringraziamento? Non ho esempio di lettura più alta che questa – e tuttavia ancora insufficiente [F. Nietzsche, La gaia scienza, Af. 341]. Si consideri or questo: quanto si deve amare la vita per poter dire, per avere la forza di dire – davanti alla morte della persona più cara – fiat voluntas tua! Non sicut ego volo, sed sicut tu!
"E tuttavia questa lettura è ancora insufficiente. Nietzsche divide quel che nella parola di Cristo è unito: gioia e dolore, gioia infinita e dolore infinito. La trasformazione nietzschiana è passaggio dal dolore alla gioia, perciò esige volontà, perciò è rimessa alla volontà. La metanoia cristiana non è passaggio dal dolore alla gioia, è il riconoscimento – ancora una anágnosis, una anámnesis, una ripetizione che fa differenza –, è il riconoscimento della presenza del dolore infinito nella gioia infinita, della gioia infinita nel dolore infinito. E i due, ed opposti, nel medesimo, e come il medesimo. Questo dice il grido dell’ora nona: sofferenza per l’abbandono del Padre, gratitudine per questo abbandono che concede un altro giorno al mondo"
(V. Vitiello, Origini dell’Europa, inedito)