"Un Dio che esiste [es gibt] non esiste [D. Bonhoeffer]. Un Dio che c’è […] che è un oggetto, visibile, dimostrabile, raggiungibile, come un punto fermo, francamente non c’interessa: è il Dio dei filosofi, non di Abramo Isacco Giacobbe – come diceva Pascal". Con un esempio: "dire di un fine che esiste è un problema: un fine che esiste non c’è, non si dà". Così Gianni Vattimo. Lo potete ascoltare in questo sito dedicato alla cattedra dei non credenti dal vescovo di Fano (la citazione di Vattimo si trova nella seconda parte, al minuto quarantesimo). Lo so che molti credenti non gradiscono queste derive ermeneutiche…
…e allora un bel balzo: "Si delinea nella cultura europea della sinistra un filone anticristiano che vede nel riferimento a Dio e alla natura umana, cioè a un principio morale e religioso, una negazione della libertà: una nuova forma di ateismo che, rispetto a quella comunista, chiameremmo nichilista e non più rivoluzionaria". Qui i credenti riscoprono, grazie a Baget Bozzo (L’anticristianesimo di Prodi, su Il Secolo XIX di oggi) che se la prende con Prodi e i Pacs, che per essere buoni cattolici bisogna darsi come un bel punto fermo, un oggetto visibile, dimostrabile, raggiungibile, non solo Dio, e passi, ma pure la natura umana (nei termini che si leggono dove: nella Bibbia, in Agostino, nei manuali scientifici correnti?).
P.S. che razza di link, direte voi. Ma è andata proprio così, che ho letto Baget Bozzo mentre ascoltavo Vattimo. (E’ andata così, aggiungo, perché stamane la voglia di studiare, ahimè non c’è).