(Per colpa di questa risposta – a Windrosehotel, all’ultimo dei suoi commenti al post qui sotto -, temo che stamane farò tardi all’università: che almeno divenga un post, allora! I colleghi capiranno, se mai dovessi far tardi, questo piccolo relativismo sugli orari).
Caro windrosehotel: a quanto mi risulta, lo strumento della scomunica non è stato inventato da biechi laicisti. Biechi sì, ma non laicisti. Però, se vuoi attribuirlo ai laicisti e dire che rischi di incorrervi, pazienza: lo accetto. Sono tollerante. Ma allora non considerarli e non considerarmi relativista!! Già questo ti dimostra qual è, semmai, il problema: non il relativismo, ma che non ti piace "l’assolutismo" che c’è in giro!! Ovviamente io non mi esprimerei così, ma poiché stai discutendo di quanto minaccioso sia il relativismo per le fondamenta civiche di uno Stato, questo dovrebbe tranquillizzarti.
Poi dici che preferisci parlare di sensibilità, mentalità, ecc. Tolgo allora alla considerazione di sopra l’aspetto puramente formalistico. Se ti preoccupa il relativismo, ti domando se in giro noti uniformità di comportamenti, conformismi, ‘pensiero unico’, ecc. Non so tu, ma quelli stessi che si lamentano del relativismo dei nostri tempi, trovano poi opprimente il "pensiero unico laicista". Se capisco bene, nella tua ottica machiavelliana, in cerca affannosa dell’idem sentire e della communis opinio, dovresti sentirti rinfrancato. Che bello! C’è il pensiero unico laicista! In effetti, io mi volto, e vedo quanto sia diffusa l’idea che bello è magro: mi piacerebbe un po’ più di relativismo, ma niente. Io mi volto, e vedo quanto sia diffusa l’idea che ricco e di successo è bello. Nulla in contrario, ma son filosofo e apprezzerei di più la varietà: niente, un’altra volta. Esempi sciocchini, degni di Paolo Crepet che li propone, e perciò ora mi infilzerai (ma potrei fare un elenco, come tu prometti di fare per i tuoi). Però permettimi di osservare che è un po’ fastidioso sentire provenire dallo stesso pulpito la predica contro il relativismo e insieme contro l’uniformità dei costumi (tutti rilassati, tutti edonisti). Di nuovo: il problema non può essere il relativismo, se in giro è così diffuso l’edonismo, il consumismo, io non so che altro.
Poi prometti un elenco. E va bene. E intanto fornisci un paio di esempi: le sessantenni madri. Le sessantenni madri minacciano lo Stato. E le donne che vogliono un figlio senza avere rapporti sessuali. Parli di mentalità, non di leggi (meno male). Ok. Ma a parte il fatto che quelli stessi (non so tu) che non vogliono donne che abbiano figli senza rapporti sessuali non gradiscono neppure donne che vogliono avere rapporti sessuali senza avere un figlio (e magari considerano queste ultime persino più pericolose!), francamente la minaccia per lo Stato (per lo Stato: di questo qui si discute, non degli eventuali problemi psicologici del bambino) a me sfugge. Non dico cosa piace a me, lo trovo irrilevante. Trovo che però a te tocca spiegare perché un certo modello di famiglia rinsalda lo Stato, e un altro no. Tocca spiegare pure, per questa china, se non sia più saldo uno Stato con delle belle famiglie patriarcali a fargli da perno. Cosa minaccia di più lo Stato: le sessantenni madri, o le quindicenni emancipate? Secondo me, queste ultime!!
E poi tocca pure spiegare, visto che hai tirato in ballo la religio come instrumentum regni, perché vuoi prendere la scorciatoia della religione. I religiosi, quelli seri, se trovano da ridire sulle sessantenni madri, lo fanno in nome della natura e della ragione, non della religione. Tu ci vuoi mettere la religione strumentalmente a sostegno: perché? Perché natura e ragione zoppicano?
Infine potresti dire. Ma alla buon’ora! Non è forse vero che da sempre le comunità umane si sono riuniti intorno a valori e credenze religiose? E non sono state più salde proprio grazie a quei valori e a quelle credenze? Può darsi, non so. Molto si dovrebbe discutere. Ma intanto, concederai che, rispetto a millenni di storia, laicizzazione e secolarizzazione sono un tantino recenti, e bisognerebbe dare a questi processi almeno il beneficio del dubbio. O è troppo relativista? E soprattutto, l’argomento non parlerebbe solo contro la secolarizzazione, ma anche contro libertà individuali e democrazia (e infatti fu ed è usato anche per questo). Se è un buon argomento, bisognerebbe usarlo coerentemente anche contro questi ultimi. (Ma non credo tu voglia).
P. S. A te piace di chiamare la mia posizione non laica, ma laicista. Figurati se mi metto a discutere di lana caprina con te. Però io mi sforzo per quanto possibile di dare agli altri il nome che essi rivendicano per sé. Mi rendo conto che è un principio un po’ relativista, e meglio sarebbe che uno solo desse il nome a tutti, come si legge nella Bibbia, e allora va bene: ti piacque di chiamarmi laicista, chiamami laicista. (Ti piacque? Questo ‘ti piacque’ mi ricorda qualcosa: mi ricorda che i sovrani assoluti lo usavano, e ora mi accorgo di una cosa: quando il relativismo non c’era, c’era l’arbitrarismo sovrano. Eh già: non so se s’è capito).