(Solo per dire che mi sono addormentato alle 21.00 circa. Poi torna mia moglie, e mi sveglia. E io per punizione che gli faccio?)
Un post. Buonanotte, Eric.
(Solo per dire che mi sono addormentato alle 21.00 circa. Poi torna mia moglie, e mi sveglia. E io per punizione che gli faccio?)
Un post. Buonanotte, Eric.
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Malvino cita un passo famoso di Henri Bergson a proposito della domanda metafisica fondamentale (per Leibniz, Kant, Heidegger), che però non è tale (per Spinoza, Hegel, Bergson). E cioè: perché l’essere e non piuttosto il nulla?
Ora, da cosa si riconosce un filosofo? In primo luogo, dal fatto che ben prima e più di rispondere a una simile domanda, si mette a far storie sulla domanda stessa. In secondo luogo, dal fatto che se qualcuno ci ha già pensato, lui ti dirà: sì, però.
E allora: io sto con Spinoza, Hegel, Bergson, con due precisazioni: la prima, che l’impensabilità del ‘nulla assoluto’ (cioè, precisamente: di ‘cosa’?) crea qualche grattacapo pure all’essere; la seconda, che quell’impensabilità dice qualcosa non sul nulla, ma sul pensiero.
Ho detto
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Fra tutti quelli che ho letto (non molti, in verità), l’articolo di Giordano Bruno Guerri su Il giornale, a proposito dell’uso di cocaina, mi sembra quello con il minor numero di parole inutili. Quando poi ho letto: "La cocaina mi sedusse perché la prima volta con un grammo riuscii a scrivere e studiare per una settimana di fila senza quasi dormire" mi son detto pure: stiamoci attenti. Stiamoci molto attenti.
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Si annunzia un nuovo intervento di Marcello Pera!! Dopodomani incominciano gli irrinunciabili incontri di Norcia: perbacco! A Cesare e a Dio. Libertà e laicità. Io mi sono perso l’imperdibile discorso di Pera sui meticci, perché cadeva ahimè in agosto. Ma tra agosto ed ottobre c’è stato settembre, e Pera ha parlato, per fortuna. E io, per non farmi trovare impreparato all’appuntamento (e per fare come i giornali, che le ricorrenze le anticipano sempre di qualche giorno), mi sono letto la conferenza tenuta alla Yale University (vai, Presidente!) il 19 settembre. Tema:
La crisi dell’Europa illustrata con la crisi del liberalismo.
il titolo è arguto: occhieggia a Kant, come subito il Presidente spiega. Ma i titoli dei paragrafi sono più chiari. In sequenza: Il problema. La crisi dell’Europa. La crisi del liberalismo. Dalla società libera alla società buona. La nostra tradizione. Perfetto. E per capire il profondo pensiero del Presidente, nella parte, diciamo, costruttiva – dopo che s’è mostrata la debolezza del liberalismo che va a finire nel relativismo – per capirlo, basta un passo, questo:
"Ha detto di recente un eminente cardinale italiano: «una persona che viene nel nostro paese ha la sua identità, la sua cultura, la sua religione. So che tutto questo implicherebbe un discorso di reciprocità: ma non possiamo metterci al livello di quelli che non ti fanno esporre un crocifisso, ti impediscono di girare con una Bibbia o ti incarcerano se ti sorprendono a pregare. Noi questo non possiamo permettercelo». Io credo invece che dovremmo permettercelo. Credo anche che se non ce lo permettiamo, se non offriamo e chiediamo rispetto agli altri, la nostra crisi si aggraverà". Capite? Il Cardinale dava lezioni di liberalismo a Pera, ma Pera no, non scherza: i cristiani non posono girare con una Bibbia o non possono pregare? E noi impediamo ai musulmani italiani di pregare! Giusto! Chi la fa l’aspetti! E’ la società buona di Pera (oh, com’è buona!). Buona: cioè "stabile" e "identitaria": "Come membri di un demos, noi non vogliamo solo una società libera, vogliamo anche una società virtuosa. Non vogliamo soltanto una società aperta, vogliamo anche una società buona. Non vogliamo soltanto una società plurale, vogliamo anche una società identitaria".
Ma ci sarà pure un sindaco a Lucca, che non si piega!
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Qualcosa alla bocca dello stomaco strizza e contorce. La testa è prossima allo scoppio. La temperatura corporea è normale; la pressione arteriosa, non pervenuta. Dopo un giorno e mezzo di digiuno, si consigliano the e fette biscottate al miele. Carne bianca no: meglio non morire da polli.
Opzione filosofica consigliata: provvidenzialismo, o almeno stoicismo. Il paziente sembra però restio a rivolgersi a un consulente.
(E Angelo Bottone spiega, in un interessante post, perché è meglio occuparsi di ontologia biomedica)
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