Archivi del giorno: novembre 7, 2005

Central Park

Come mi sarebbe piaciuto fare la rivoluzione, e partecipare alla maratona di New York. Arrivare a un quarto del percorso sarebbe stato un enorme successo. E’ perciò con vivissima ammirazione che riporto la fredda cronaca della corsa di un mio amico, V. P., che è arrivato sino in fondo, con il tempo di tre ore diciotto minuti e trentanove secondi:

Ed ecco la cronaca (che freddissima in verità non è):

"partenza alla grande, con Tergat e soci…be’ trenta metri…di gloria…poi intruppato…l’avvio procede bene si va intorno ai 7minuti per miglio, passa alla mezza maratona ad 1 e 30′ ….mi viene il pensiero …qui se reggo finisco sotto le tre ore….un sogno…reggo a quella andatura fino al 20 miglio…poi …inizio a vedere le palumbelle….mi metto nella scia di un…culo di una francese…straordinario…poi la perdo…miglia 21, 22, 23 e’ crisi profonda i crampi, mal di pancia, mal di gambe, reggo..solo perche’ la folla e’….straordinaria….entro a Central Park e penso e’ fatta…..stringo i denti…..miglia, 24, 25, 26, poi il delirio tra la folla..finisco in progressione…brucio allo sprint una trentina di ……deambulanti…..gioisco…tempo finale".

(Il lettore apprezzerà il sano spirito sportivo del concorrente – nonché la capacità di questo blog di stare sulla notizia)

Guida semiseria a una discussione improbabile

E’ il titolo che avevo scelto per la seconda pagna di Leftwing, che è invece uscito con: Il filosofo e il dibattito su Mussolini. Ma di filosofi ce ne sono un sacco, nel pezzo! Che comincia così:

"Capita purtroppo al filosofo di non discutere quasi mai della cosa, ma delle condizioni alle quali si può discutere della cosa. E non sempre queste condizioni ci sono. In verità, di condizioni ragiona anche lo storico. Panorama ha anticipato il giudizio di Massimo D’Alema, raccolto da Bruno Vespa nel suo ultimo libro, sull’uccisione di Mussolini: inaccettabile, “un processo sarebbe stato più giusto, […] avrebbe consentito anche di ricostruire un pezzo della storia italiana”. Gli storici che hanno preso la parola non hanno mancato allora di ricordare condizioni e circostanze della fucilazione: la guerra, la repubblica di Salò, il tentativo di fuga, la concorde decisione di tutto il Cln…
Il filosofo però non è soddisfatto…".

La goccia chiede invece una rinuncia del sentimento. E’  Wittgenstein.

P. S. Sullo stesso argomento anche la terza pagina. E poi non mi perderei l’editoriale parigino.