Non so quale impressione faccia a voi il fuoco nelle strade di Parigi e della Francia. Gaetano Quagliariello dice: è la banlieue che brucia. La causa: l’insufficienza della proposta culturale. In che senso la proposta è insufficiente? Nel senso che essa "fa conto della capacità dello Stato laico di esprimere una cultura, dei simboli, dei riti e dei modelli pedagogici più forti di ogni particolarismo etnico o religioso”. Fa conto, e non ci riesce. Bisogna prendere atto del fallimento: “Servono molto di più politiche serie dell’integrazione che prendano finalmente atto del fallimento delle politiche multiculturaliste, non importa se condite in salsa francese o anglosassone".
Non importa: il problema non è la salsa, ma è proprio il multi-. Basta multi-, ci vuole il mono-. La soluzione per la banlieue parigina è il mono-. Quella sì che sarebbe una politica seria! (Se a politici e analisti fossero proibiti gli aggettivi – serio, forte – sarebbero indubbiamente costretti ad essere meno fumosi)
A me invece i giovani che infiammano la notte non mi sembrano in cerca di simboli etnici o religiosi ‘forti’, visto che quelli repubblicani sono vuoti e stantii. E non mi sembra neppure che il problema sia il multi-. Proprio al contrario: mi sembra che nonostante le promesse, non riesca loro di uscire dalla banlieue, di uscire da un’identità coatta, etnica, religiosa o sociale che sia. Non mi sembra proprio una rivendicazione identitaria, casomai una reazione identitaria. Pare a me che si scambi l’effetto per la causa. E se c’è una rivendicazione, forse non è quella di fuoriuscire dalla multiculturale e multicolorata modernità, ma casomai di entrarvi.