Archivi del giorno: novembre 23, 2005

Angeli e uomini di buona volonté

La squadra mi pare stia andando abbastanza bene, ma per il resto i veronesi son sotto attacco.

Angelo Guglielmi attacca (fra gli altri) Sandro, "che usa un linguaggio apparentemente malandrino e spregiudicato, ma invece fa il verso alla letteratura alta che vuole pronunciarsi sul significato del mondo". Non entro nel merito dei giudizi, dei promossi e dei bocciati, ma mi pare che Guglielmi dica due cose: è da un pezzo che il mondo non lo si può più raccontare in bell’ordine; perciò suona falsa qualunque ricerca dell’altezza in letteratura. Io ho qualche dubbio sul perciò. (Poi Gugliemi dà ragione ad Arbasino quando dice che lavoriamo ancora con materiali novecenteschi, e in effetti lo stesso si dovrebbe dire della critica, perché quel ‘perciò’ mi pare abbastanza novecentesco).

Luca Volonté attacca invece Umberto. O meglio: comincia con l’attaccare "chi si ostina a chiamarsi laico" (e come si deve chiamare?) ma in realtà è un laicista (ah già) che vuole far tacere chiunque abbia una fede (Volonté si riferisce alla famosa proposta dello sparatrap sulle bocche dei vescovi avanzata ier l’altro in Parlamento) e di "escludere" la religione dalla vita pubblica (Volonté si riferisce alla recente petizione popolare per l’abbattimento di tutte le chiese, la soppressione delle croci nei cimiteri e la liberazione delle suore di clausura firmata da cinquantasei milioni di italiani). Poi, con un veloce passaggio sul buon senso dell’8 per mille (cosa non ti permette di fare, il buon senso) si passa finalmente a Umberto e all’eutanasia. Volonté dice che la sua nonna ridacchia al pensiero dell’Umberto ministro della Salute, come se non lo fosse già stato. La sua nonna intende così le idee di Veronesi sull’eutanasia: "vuole uccidere i vecchietti", Volonté, non la nonna, riprende infine la richiesta della commissione sulla 194: volete negarmi il diritto di sapere com’è stata applicata una legge dello Stato? No, io no. Volete negare al Parlamento italiano la possibilità di migliorare la legge, di fare quel che continuamente fa su tutte le altre leggi? No, io no. Non son sicuro che ho la stessa idea di miglioramento di Volonté, ma figuriamoci. Però per il resto son d’accordo: ci vuole una bella indagine conoscitiva sull’8 per mille, e poi proviamo a migliorare le norme in materia – che ce n’è bisogno.

(Tutto si può migliorare, anche la rappresentanza parlamentare, alle prossime elezioni).

23 novembre 1980

Venticinque anni dal terremoto dell’Irpinia. Il video di Gianni Amelio.

Scrivo e scribacchio

Tra i tanti modi di essere classificato, quello dell’omonimia mi mancava. Non chiamandomi di cognome né Grimaldi né Ciccone né Windsor, ero portato ad escludere che un giorno sarei diventato famoso (e che fama!) in virtù del cognome. E invece è accaduto, grazie a Mario Adinolfi. Che ringrazio per la gentilezza. Solo una considerazione: per la mia celebrazione pubblica sulle pagine di Europa, Mario scrive: "Fa il filosofo, scribacchia di tanto in tanto sui massimi sistemi sul Riformista, ma si è messo in testa di fare anche il blogger e come possiamo far cambiare idea a uno che si chiama Azione Parallela?". Io avrei scritto: "Si è messo in testa di fare il filosofo, scrive di tanti in tanto di minimi o forse medi sistemi sul Riformista, e scribacchia di massimi sistemi chissà dove, e come possiamo far cambiare idea a uno che si chiama Adinolfi?".

(Per la verità, io proprio il nome del blog sono continuamente tentato di cambiare: capodivisione Tuzzi dà più l’idea dello scribacchino. E funziona meglio nelle presentazioni. Es.: "Piacere, sono il capodivisione Tuzzi", va sicuramente meglio di "Piacere, sono [il titolare del blog] Azioneparallela. Ma temo che nel cambio ci perderei).

(La scoperta dell’esistenza del blogger Gabriele Adinolfi non mi ha mica fatto questo gran piacere. Tra i suoi obiettivi – che vanno dal superamento del capitalismo alla riaffermazione della sovranità, dall’asse Parigi-Berlino-Mosca alla rivoluzione culturale – mette pure quello di "coltivare il buon senso". E come si possa coltivare il buon senso "iniziando da un impegno radicale e sinergico nel metapolitico e nel parapolitico" mi sfugge).