Ogni tanto, di domenica, recupero articoli. Questo di Armando Torno, per esempio mi era sfuggito. Vi si recensisce un libretto sui cento grandi filosofi dell’umanità e si fa così la scoperta che l’Italia è ferma a Machiavelli: più vicini nel tempo non ce n’è (nemmeno tra le riserve). Come se non bastasse, Torno aggiunge questo commento:
"Questo libretto di King spiega meglio di tanti discorsi la sorte che tocherà a quasi tutti i filosofi: sparire".
A me verrebbe voglia di sentirli, quei tanti discorsi, per capire se si tratta poi della sorte dei filosofi o dell’umanità in genere (in effetti, dovrebbero funzionare pure per i poeti e i matematici, i fantini e i giornalisti). Ma Torno torna poi agli italiani di oggi, in fondo l’oggetto della polemica è spicciolo:
"Si impara a riconoscere i filosofi. E ci si accorge che oggi essi, tranne qualche rarissima eccezione, sono dei cicisbei da salotto e disertano biblioteche e meditazioni per investire il loro tempo in trasmissioni televisive e cose simili [il blog!: sono spacciato]. In molti, forse troppi, si trascinano da un convegno all’altro, da un festival a un incontro, ripetendo sostanzialmente i medesimi concetti, senza stancarsi. Il risultato lo abbiamo visto nel libro di King: scompariranno subito [il libro di King è un instant book?]”.
Comunque Torno ha ragione da vendere. Però siccome secondo me teme di averne troppa, ecco come, dopo aver ricordato Le vite di Laerzio e le impertinenze dei filosofi verso il potere e le sue lusinghe, conclude il suo pezzo:
“Non scambiate il libro per un manuale che vi insegna a essere irriverenti o a gettarvi (ironicamente) ai piedi di chi può. Vi allenerà però a farlo mentalmente. La qual cosa procura dei grandissimi sollievi spirituali”.
Ma ho capito bene? Torno si esercita così, mentalmente (mentalmente, per carità), e, buon per lui, ne trae grandissimo sollievo.