Taglio e incollo

"Quando ho visto Adriano Sofri, dieci giorni fa, mi aveva detto di stare male, e di non respirare più bene. "E’ il carcere", aveva confidato, "a togliermi il fiato". Ecco, dopo una difficile operazione all’esofago durata tre ore, io credo che di chiacchiere non ne vadano più fatte.
Si assegnino immediatamente i domiciliari a Sofri, prima dell’arrivo della grazia, sin troppo in ritardo. E si pronunci immediatamente il consiglio di Stato sulla mancata controfirma del guardasigilli al provvedimento di clemenza del capo dello Stato. Sul conto di Castelli, poi, la magistratura dovrà indagare: farsi scortare da energumeni che si definiscono "arruolati nella guardia nazionale padana" è, per la nostra Costituzione, un inammissibile reato. Sulla cui responsabilità, questa volta, gli italiani non avranno incertezze".

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