"L’idea di definitività provvisoria, o stabilità variabile, questa sì è roba da cerchio quadrato". Ma no, ma no: è un’ottima idea (se ci si vuole intendere). Non mia, e nemmeno di Mori, al cui lungo articolo replica lungamente ma non altrettanto Giorgio Israel (ripescati grazie a Porphyrios), ma per esempio di Wittgenstein, Della certezza. Ora, io devo starmi attento a non scrivere post troppo lunghi, e perciò la spiegazione sarà un po’ lacunosa, ma insomma: è come l’acqua e il letto del fiume. L’acqua scorre via che è una bellezza, il letto del fiume si modifica invece lentamente, solo un po’ alla volta: cosa c’è qui di contraddittorio? I valori morali mutano, ma lentamente: per chi cercasse l’assoluto, facciamo che c’è apposta la religione. (Invece di cercare di fondare teologicamente e metafisicamente i valori morali, col rischio – visto che questi cambiano – di screditare tutto il resto, perché non imparare a tenere distinte le cose, ed evitare così brutte figure – tipo considerare peccato andare a teatro, salvo scoprire qualche annetto dopo che è cosa buona e giusta?).
Mori invece del fiume fa l’esempio del linguaggio, istituzione ‘oggettiva’ quanto basta perché ci si intenda – non la si cambia a piacere – ma non assolutamente oggettiva. Israel obietta argutamente: come circoscrivo l’intersoggettività ("un gruppo – scrive Israel – come definito, come delimitato?") che fonda l’oggettività del linguaggio? Bella obiezione! Bravo! Hai capito tutto! Oppure Mori ha scritto invano. Come stabilisco se mio figlio di due anni parla italiano, o se uno straniero che sta qui da cinque anni parla italiano, o se un veneto che mescola nella sua parlata un po’ di dialetto parla italiano, o se un genovese del 1420 parla italiano, o se Schumacher parla italiano? Cos’è l’italiano che tutti costoro parlano? Israel tira in ballo Aristotele. Bene, benissimo: mi dia allora l’essenza immutabile dell’italiano! E mi dica pure: dopo quanti errori si dirà che lo studente non sa scrivere in italiano? Io, per me, darò alla domanda una risposta sfrontata, sfrontatissima: dipende! (Però se son professore boccio e promuovo ugualmente, con tutto che dipende!).
Perché dipende, caro Israel, con buona pace di Aristotele che citi fuori tempo massimo. Dipende: non lo stabilisci una volta per tutte, ora e sempre e sotto tutti gli aspetti. Non sai, non puoi sapere che italiano si parlerà fra mille anni (se si parlerà), e non puoi sapere nemmeno se oggi tizio o caio parlano assolutamente italiano. Dipende da cosa vuoi fare con questa risposta: vuoi sapere se possono presentare Porta a Porta? vuoi sapere se tu li comprendi? vuoi sapere se possono stendere un vocabolario, vuoi sapere se possono scrivere su Il Foglio (penso proprio di sì)?
Dipende, caro Israel (Il relativismo: che orrore! Una Babele: non si capisce niente!).