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Archivi del mese: dicembre 2005
Eredità dell'illuminismo
E va bene: il neo illuminismo è una mezza schifezza. Punta tutto sull’individuo, sulla sua autonomia quasi assoluta, civetta con il relativismo, dice addio alla legge naturale nella morale, non è moralmente compatto. Ma qual è l’alternativa secondo Possenti?
“Il ritorno al pensiero metafisico. Tutto il neoilluminismo esclude la ragione teoretica e inclina piuttosto verso il pensiero debole. Se si priva la natura dei rimandi trascendenti non rimane altro che la natura fisica”.
Eh no, caro il mio Possenti. Il neoilluminismo sarà pure una mezza schifezza, ma questo non ti dà il diritto di far credere che ragione teoretica significa che o ha i rimandi trascendenti che dici tu, oppure inclina al pensiero debole (cioè, nel tuo comodo incasellare fenomeni e prospettive di pensiero, al relativismo, allo scetticismo, al nichilismo, e – per te – alla schifezza). Quando scriverai chiaro e tondo che la ragione teoretica non ha alcuna necessità dei rimandi trascendenti che dici tu per non restare solo soletta con la natura fisica, allora penserò che vale la pena leggerti, non prima.
E tanto per dirtene subito una, quando distingui fondazionismo da fondamentalismo, ricerca razionale di un criterio di verità il primo, spinta impositiva della volontà il secondo, sappi che la ricerca razionale dovrebbe mettere nel conto pure che la verità potrebbe essere del tutto scriteriata, indisponibile a darsi nella forma del criterio, dispettosa (o gratuita)
(Quanto invece alla difesa della ragione critica e autocritica di Natoli, nella stessa pagina, d’accordo. Ma solo fino a un certo punto. D’accordo, d’accordissimo che “il relativismo assoluto è una patologia, l’altra faccia del dogmatismo”, ma che vuol dire che “si discute sui valori, ma non si discutono i valori”? Vuol dire che c’è un limite a tutto? Come no, ma questo limite non si traccia mica qui e ora, perché qui e ora non c’è, e non c’è mai, tutto ciò a cui va posto un limite. Altrimenti, ci dica Natoli con lettera circolare quali sono i valori che la filosofia non deve mettere in discussione, e che non se ne parli più.
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Adozioni unmarried e same sex couples
La notizia data dal Times, dal Sun, dal Telegraph, dal Guardian, dalla BBC: anche singles e coppie dello stesso sesso possono adottare figli in Inghilterra e nel Galles. Nessuno dei giornali mostra di temere una strage degli innocenti.
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Il cerimoniale del pensiero
Lunga intervista rilasciata da Daniel Dennett a Der Spiegel a proposito di Darwin, teoria dell’evoluzione e Intelligent Design Theory. Riprendo solo qualche passaggio: alla base dell’ID Theory sta semplicemente la vecchia idea metafisica che non si sono mai visti palazzi senza costruttori di palazzi, o zoccoli ferrati senza maniscalchi. [Dennett mi pare abbia ragione: non vedo niente di nuovo]. Giovanni Paolo II ha detto: l’evoluzione è un fatto che riguarda il vivente, except on the matter of the soul. E’ falso come dire che il nostro corpo è fatto di materiale biologico, ad eccezione del pancreas. [Qui non ricordo cosa disse precisamente Giovanni Paolo II, ma credo che non intendesse fare un’eccezione per il cervello]. Alla domanda se l’evoluzione lasci qualche spazio a Dio, Dennett risponde: Dio faceva un sacco di cose: creava il mondo e l’uomo, lo metteva in movimento, dettava leggi. Ora l’idea di Dio rimane solo più quella di un "maestro di cerimonie": e quando un’idea non gioca alcun ruolo nell’universo… [Qui Dennett fa fuori l’idea di Dio come ipotesi esplicativa. Fa bene. Uno potrebbe dire: così si purifica l’idea di Dio. Denett risponderebbe che l’hai purificata talmente che ora non significa più nulla: un maestro di cerimonie. Qui però c’è un punto di disaccordo radicale, poiché vi è sempre, in my opinion, un inutile cerimoniale del pensiero. La messa in scena del pensiero (per esempio: dell’evoluzionismo) è sempre più ampia del pensiero stesso; è inutile, ma irriducibile. Ovviamente, il mio disaccordo è totale anche con l’ID Theory, che vuole il maestro di cerimonie. Anzi: vuole mettere pure i paramenti, al maestro].
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Domande e risposte
Se volete dare una mano all’Università di Harvard, sottoponetevi al Moral Sense Test. A differenza dei molti test che corrono per la rete, al termine della prova non vi verrà detto se siete dei mascalzoncelli o degli angeli serafini. Il test è fatto bene, e alla fine vi chiederà pure di motivare alcune delle scelte da voi compiute. (Le domande sono del tipo: destini a morte certa Tizio, sapendo che così puoi salvare altri cinque Tizi?)
Se invece di dare risposte volete porre domande, questo è il sito che fa per voi. Voi fate la domanda, e i filosofi rispondono per voi. (Consiglio: prendete una domanda del Moral Sense Test, e giratela al nutrito gruppo di filosofi partecipanti.
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Personalia; marginalia 2
Vue ha scritto Le ultime avventure di Gummo perché lui, Gummo, "non c’è più. Non c’è mai stato. In verità, Gummo non è mai esistito". Alla sua non esistenza sta attivamente contribuendo anche il mio postino, che non suona affatto due volte, ma solo (se gli va) alla terza. Le prime due copie del libro non sono infatti mai giunte a destinazione. La ragione è che l’indirizzo sul plico postale era sbagliato. Ora, non è che io abbia cambiato casa, è che la via ha cambiato denominazione, un annetto fa. E per un anno, il mio tetragono postino non ha mai mancato di scrivere di suo pugno su tutta la corrispondenza recapitatami nel corso di quest’anno, dalle bollette alla pubblicità commerciale: "comunicare il cambiamento di indirizzo" . Che fosse una minaccia l’ho capito solo ora. A proposito delle due copie di Vue (che ha preso l’indirizzo sulle pagine bianche online, alle quali io non ho colpevolmente indicato l’avvenuto cambiamento), ieri ho avuto un surreale scambio di opinioni con il postino, che mi ha chiesto nell’ordine:
perché non hanno messo l’indirizzo giusto? perché io non comunico l’indirizzo giusto? perché non hanno indicato il mittente? perché mi hanno spedito il libro?
Alla fine ha avuto la bontà di dirmi che sì, ora lui non consegna i pacchi con l’indirizzo errato, anche se sa benissimo a chi siano destinati. Ritiene che sia suo dovere impartire questa lezione all’umanità. E a me, in quanto suo rappresentante. So che c’è una fiorente letteratura sulle lettere non recapitate: qui a Baronissi si contribuisce.
P. S. Stessa sorte è toccata alla copia inviata a . L’irreprensibile inflessibilità dei postini di Baronissi rischia di diventare leggenda
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Personalia; marginalia
Ieri abbiamo saputo, il terzogenito sarà maschio: si prevede un difficilissimo braccio di ferro per la scelta del nome. Il progressista titolare del blog vuole pescare tra i nomi di famiglia, la conservatrice consorte ahimè no. In mezzo, il futuro già irreparabilmente compromesso del bambino.
Due anni e due mesi fa nacque invece il secondogenito, e io smisi di giocare a calcetto. Ieri sera, son tornato a giocare. Ora sono le 2.28 e non accuso dolori. È da notare peraltro che con l’inizio dei corsi il 9 gennaio, dovrò smettere di giocare.
Quarantatre anni fa, fra poche ore, Renato (bel nome, vero?) impalmava Anna. Oggi si festeggia mangiando (noi non ci si prende pause, tra Natale e Capodanno).
Ieri, infine, mia suocera ha fatto i primi struffoli di Natale, senza eguali al mondo (gli struffoli, mia suocera non so).
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Polli in batteria (e nei giornali)
Se c’è una cosa che mi innervosisce, è il modo in cui certuni mettono la filosofia sotto la tutela della teologia (anzi: della religione; anzi: di una certa antropologia religiosa). E’ la ragione per cui quest’anno tengo il corso su Spinoza. Prendete Possenti: se la prende con "il tentativo di pervenire ad un’integrale naturalizzazione della mente come parte di un processo indirizzato all’integrale naturalizzazione dell’uomo". Ora, la scienza fa il suo mestiere: se il programma riesce, allora di che parliamo? Se non può riuscire, allora Possenti cosa ha da temere?
Ma il fatto è che Possenti fa finta di non sapere che esiste un naturalismo filosofico che non è affatto scientista, che esiste un immanentismo filosofico che non considera affatto l’uomo un pollo in batteria, che esiste un materialismo che non è affatto empiristico. Tutte queste prospettive possono apparire riduzioniste solo a chi si limita a presupporre a priori che se non c’è trascendenza religiosa (antropomorfa) c’è il deprecabile riduzionismo.
Infine: quand’è che Possenti la smette di scrivere articoli in cui per invitarci a guardare a ciò che sporge ci vuole spaventare con la fine dell’umano e il pollo in batteria? D’accordo, niente polli. Neanche sulle pagine dei giornali.
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Il miglior settimanale che ci sia
Nuovo numero di Left Wing. Io riprendo il tema della democrazia e faccio polemizzare l’un contro l’altro gli articoli apparsi sul Corriere (e Corriere Magazine) di Magdi Allam e Irving Kristol (che in rete non c’è, se non fatto a pezzi da Malvino e JimMomo). La goccia, invece, è Kelsen.
Ma l’intero numero va letto, per un punto di vista sulle vicende di queste settimane che non trovate facilmente sulle pagine dei grandi giornali italiani. Left Wing cerca di spiegarne il motivo.
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Il mio regalo di Natale
“Innumerevoli e diversissime sono le specie dell’uomo religioso. Si va da quello che furibondo e minaccioso ti dà appuntamento al giorno del giudizio, al mite e dolce che ti promette il perdono universale, in grazia, dice, dell’infinita misericordi divina (io preferirei dire, invece, di un opportuno divino buon senso e di una coerenza responsabile: ma a conti fatti, fa poi lo stesso). E poi c’è un’ulteriore varietà, non frequente ma neppure rarissima, che definirei dei religiosi delusi e perciò accuratamente nascosti, ammantati come sono di un rancore insuperabile per il divino che non si manifesta e non si rende loro accessibile. Essi in realtà lo pretendono e impiegano ogni cura nel mostrare e dimostrare che invece non si vede, che non c’è una straccio di ragione plausibile per questo mondo efferato e per il dolore che il vivere comporta; nel qual scopo impiegano tesori di ragione e di sottilissimo ingegno, o, quando sia il caso, quel sarcasmo che rese celebre Voltaire, quando diceva, non senza condivisibile motivo, che se qualcuno vuole convincerci che questo mondo, proprio questo mondo, è capillarmente e universalmente retto dalla provvidenza divina, ebbene bisogna rispondere a costui che è un gran sciocco o un gran birbone.
Questi specialisti del senso (cioè del non-senso) […] denunciano bensì la finitudine di ogni destino terreno, ma alla finitudine poi non si attengono davvero, poiché la confrontano con la mancanza di collegamento ‘comprensibile’ al suo opposto. Vivono, ma subito fanno notare che moriranno; godono, ma subito aggiungono che soffriranno, e insomma misurano ogni istante con la sua futura impermanenza, traendo motivo da ciò della sua insensatezza. Al che viene voglia di chiedere loro il perché: perché mai il finito, se davvero è tale, dovrebbe non finire, e perché mai il tempo del finito non può essere accolto nel suo limite determinato e costitutivo, ma deve subito essere appaiato, ‘mediato’, commisurato all’immagine del tempo futuro e dell’opposto prevedibile? Atteggiamento che ricorda quel tale che, dopo aver ben cenato gustando e delibando, si indignava e si adombrava, poiché l’oste, facendo la sua parte, gli presentava il conto”.
(Il testo è di C. Sini, dalla prefazione a M. Fortunato, Il mondo giudicato. L’immediato e la distanza nel pensiero di Rensi e di Kierkegaard, Mimesis 1998. In corsivo c’è la sola parola che mi dà da pensare: che vuol dire accogliere?, si tratta semplicemente di accettare, di farsi consapevoli?, è questione semplicemente psicologica, o ci vuole qualche cosina in più? Per quella parola, non mi affretterei a pagare l’oste. E certo non sarò io a guastarvi le feste: mangiate pure).
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Si prosegue
A proposito (vedi sotto) di cose che prendono forma, milleplateaux pubblica Lezioni d’anarchia: utopia, etica e ontologia, che altro non è che il dialogo che ebbi qualche tempo fa con Alderano, dopo la pubblicazione di un mio articolo su Impero di Toni Negri. Il dialogo si svolse allora nei commenti (poi esportati sul nlog di Alderano), e questo spiega la quantità industriale di errori di battitura (di solito i miei post sono minimamente curati, i commenti quasi mai). Tuttavia, mi fa una certa impressione rivedere in forma di testo quello scambio. Il fatto è che metto solitamente una distanza tra l’ordine dei miei pensieri e quello dei post che in quella circostanza – nonostante il tono e la forma spigliati – si ridusse alquanto. Se penso che questo richiederebbe qualche riflessione in più sull’uso che faccio del blog mi spavento, ma, al solito: non ho tempo, e va bene così.
Proseguiamo.
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Comitati sorgono
Evento Messina 2008. 100 anni dal terremoto: l’abbrivio è lungo, ma bisogna far le cose per bene, e la cosa "si annuncia come una clamorosa "Azione Parallela" in salsa sicula: pensate, un evento che esce pari pari da un romanzo [L’uomo senza qualità] , e non viceversa. Voglio esserci, voglio far parte di un comitato di un sotto comitato. Voglio non contare nulla e dire cose senza senso, anche solo per mascherare il fatto di non avere la minima idea di che cosa si debba o possa fare" (renzo).
La grande azione parallela comincia a prendere forma.
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Del buon governo: la riforma delle pensioni
Allegria! Allegria!
Per “i lavoratori dipendenti del settore privato che hanno maturato o matureranno il diritto alla pensione di anzianità fino al 31 dicembre 2007, ma decidono di continuare a lavorare” con la riforma delle pensioni il governo ha pensato al superbonus. Il superbonus! Qui ve lo spiega premuroso l’INPS (c’è "l’aumento esentasse in busta paga"!), in TV ve lo spiegano suadenti con gli spot, e qui sotto, in forma semplificata, ve lo spiego io. Cominciamo.
1. I soggetti coinvolti sono tre: Azienda, Lavoratore, Inps. Ve lo dico subito (è importante): uno dei tre frega uno dei tre.
2. Per l’Azienda la questione è assolutamente neutra. Infatti, se il dipendente decide di restare, per l’azienda il costo complessivo è il medesimo: quello che prima dava al dipendente più quello che prima versava all’Inps è esattamente pari a quello che dopo dà al dipendente (quando all’Inps non da più nulla). L’Azienda esce così di scena, e voi cominciate ad avere dei sospetti;
3. Per l’Inps è un gran bel guadagno, per la buona ragione che negli anni in cui il dipendente decide di prorogare il suo tempo di lavoro non eroga nessuna prestazione. In sostanza comincia ad erogare la pensione due o tre anni dopo, che dunque sono anni risparmiati. Si noti infatti: non si tratta solo di un vantaggio finanziario che si avrebbe qualora si trattasse semplicemente di posticipare un pagamento, l’Inps paga proprio due o tre anni in meno di pensione.
4 Già solo per differenza si capisce che, poiché nulla si crea e nulla si distrugge (siamo metafisici, eh), e poiché c’è chi ci guadagna, ci dev’essere in qualche angolo di mondo chi ci perde. I vostri sospetti aumentano. E in effetti ci avete preso! Chi ci perde è il Lavoratore. Vediamo perché.
4a. Raffrontiamo due situazioni.
Ipotesi A, il Lavoratore non resta a lavorare e va in pensione. Il Lavoratore non lavora e percepisce la sua pensione: attualmente, circa l’80/85% del suo ultimo stipendio (la percentuale non è precisissima, ma qui non rileva)
Ipotesi B il Lavoratore resta a lavorare. Lavora le solite x ore settimanali e percepisce circa il 130% del suo ultimo stipendio. (Anche qui: circa).
E’ evidente che il suo lavoro, che prima dell’opzione era pagato 100%, ora viene di fatto remunerato 45/50% (130-80/85).
(Le percentuali sono variabili da caso a caso, ma solo entro certi limiti. Il ragionamento non vuole essere matematicamente né statisticamente perfetto – non sono un consulente del lavoro –, ma solo indicativo. Maledettamente indicativo).
5. Ma non crediate che gli anni in cui avete continuato a lavorare vi hanno aumentato la pensione. Non sia mai. La pensione è stata ‘cristallizzata’, cioè calcolata al momento della decorrenza dell’incentivo. Ohè, belli, non fate i furbi! (i furbi sono altri): in quegli anni l’Azienda non sta mica versando i contributi all’Inps, come volete che vi aumenti la pensione?
6. Se avete dato un’occhiata, estasiati, alla tabella pubblicata dall’INPS, noterete che la tabella magnifica l’incremento della retribuzione con cifre da capogiro (ve lo sognate, di questi tempi, un aumento di almeno il 47%!) e omette tutto il resto. Omette cioè il punto 2, omette il punto 3, e omette il punto 4.
7. Ahimè, in tutta questa allegra faccenda c’è un dato che, per mera ignoranza, ometto pure io: il numero di lettori di azioneparallela in età pensionabile. Quelli che ci sono, sono avvisati.
(8. Io, per me, la penso così: l’età cresce, cresce l’età pensionabile. Con tutte le considerazioni e i riguardi del caso, ma senza trucchi, belletti e raggiri).
P.S. Qui aggiungo, per i più tecnici, la più dettagliata spiegazione del governo. Se vi pungesse vaghezza di approfondire la cosa (sono otto pagine in pdf), e la spiegazione del governo vi instillasse dubbi, è pronto un altro post.
PP.SS. A chi lo mando questo post: all’Inps, al governo, a beppegrillo.it?
(post scritto a quattro mani)
Perversioni
Ma capita anche a voi, nelle vostre case, che bisogna mettere in ordine e pulire tutto prima che arrivi la signora delle pulizie, perché non possiamo far vedere che lasciamo la casa così?
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E se prima eravamo in tre…
Se Dio non esiste, tutto è permesso, diceva Dostoevskij.
Sollecitato da TG a Fahrenheit, Michel Onfray, l’autore del Trattato di ateologia, risponde: è il contrario! Se pensiamo a quel che s’è combinato in nome di Dio…tutto è permesso a coloro che pensano che Dio esiste.
Invitato da Dhalgren (nei commenti, qui sotto) a prendere fino in fondo l’andazzo mistico (o a non prenderlo affatto), mi dico che in fondo ha ragione Onfray. se Dio esiste, tutto è permesso. Tutto a tutti. Solo che questa a me sembra una prova a favore dell’esistenza di Dio.
(Eppure, non l’ho trovata fra le note trecentocinquantadue prove dell’esistenza di Dio. Vuol dire che è la numero trecentocinquantatre. Per il resto, c’è di tutto: dal transcendental argument,col quale si comincia, all’argument from spaghetti, n. 146, dal Pascal’s argument, n. 229, all’argument from massive opiates , n. 317).
(E comunque, dice Onfray in trasmissione, passi per Dio, ma Gesù non è mai esistito).
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