Quarant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, la cui disputata eredità è via via divenuta sempre più rilevante per l’intera cattolicità. Panorama affida il ricordo al teologo Vito Mancuso, che distingue:
per la lettura di sinistra, ci fu netta discontinuità (anche se già i documenti finali tradirono lo spirito conciliare), per la lettura di destra, ci fu netta discontinuità (purtroppo); per la lettura di centro, ci fu sì innovazione, ma nell’ampio solco della tradizione. Per Mancuso, infatti, le discontinuità ci furono eccome (libertà di coscienza, Bibbia, liturgia, rapporto con le altre fedi religiose e in particolare con l’ebraismo): "La sinistra storiograficamente coglie nel segno". E allora? E allora sbaglia "dal punto di vista ecclesiale". Per essenza, la Chiesa cattolica non può conoscere rotture. "E’ solo l’interpretazione che unisce ad avere legittimità spirituale". Come sapeva bene Congar, storico della teologia e teologo lui stesso, "ogni riforma della Chiesa contro la Chiesa qual è porta al fallimento".
E’ così formulato quello che, visto nelle dimensioni macro della storia della salvezza, è la sapienza millenaria della Chiesa; vista nella dimensione micro dell’individuo, è il dramma della coscienza cattolica.
Sento che dovrei risponderti, ma in questo momento non c’ho il fisico per un’altra discussione.
Massimo, hai linkato 2 volte la stessa pagina, se non erro (la seconda).
Fried
No, ho linkato una sola volta la seconda pagina, invece della prima. Ora correggo, grazie.