"Caramore: – Mi viene in mente quanto diceva Bonhoeffer, che si trovava molto bene a parlare di religione con le persone non religiose -. Ricca: – Ecco, questo è un punto importante: liberare Dio dall’orizzonte religioso, Non che non possa ovviamente essere anche lì certo, ma non soltanto lì. Perché altrimenti clericalizziamo Dio. Invece noi dobbiamo declericalizzare -”.
Il passo è tratto da
questo libro, ma io lo riprendo da
Il Foglio, che lo riportava
ieri in prima, nel fondo di Ferrara col bel titolo in rosso:
Riparliamo un po’ di Dio.
Confesso che ho letto e riletto il passo più di una volta. Ma come, mi son detto, possibile che Bonhoeffer stia con Ferrara? Ma Bonhoeffer non era quello del cristianesimo adulto, mentre Ferrara sbeffeggia appena può Prodi cattolico adulto? Ma Bonhoeffer non era quello dei cristiani che devono imparare a vivere etsi Deus non daretur, mentre Ferrara è entusiasta dell’invito rivolto dal Papa ai laici di vivere veluti si Deus daretur? Veramente non c’è più religione!
Poi ho letto un’altra volta. E ho capito. Il bel titolo in rosso mi aveva tratto in inganno. Perché di tutto parla Ferrara, meno che di Dio. Men che meno di Dio fuori dall’orizzonte religioso. Ancor meno di Gesù Cristo (che è l’unico nome di Dio per Bonhoeffer). A lui non interessa affatto Dio, neanche un po’; a lui interessa l’orizzonte religioso. Se vuol liberare Dio dall’orizzonte reigioso, non è certo per parlare di Dio (dopotutto, è ateo), ma per parlare del ligamen religioso. Non è che Dio venga liberato, è che l’orizzonte religioso viene sgombrato per meglio costringervi gli uomini.