"Dipinsi l’anima, su tela anonima;/ mescolai vodka, con acqua tonica;/ pranzai tardi e all’ora della cena, mi rivolsi a un libro come a una persona…"
Il primato ermeneutico della domanda, l’essenziale dialogicità del linguaggio, il tu e l’appello del testo illustrati a lezione in un tempo piccolo: sono soddisfazioni.
(Però dite la verità: pensavate, leggendo il titolo, che alludessi a questi colpi bassi. Ma il mio più famoso omonimo, lui, è fatto così: prendere o lasciare. E io, non ci vuole molto, lo lascio: come faccio a prendermela?).