Archivi del giorno: febbraio 2, 2006

L'intervista a D'Alema (e poi basta, credo)

E’ disponibile il video dell’intervista-conversazione con Massimo D’Alema.

(Nel frattempo, io mi sto preparando per il Contro Adinolfi, ascoltando le ficcanti interviste del mio più famoso omonimo, perché sono sicuro che Adinolfi mi inviterà)

I due dunque

Ripendo da Coccolini questo articolo di Gad Lerner, apparso su Nigrizia, che mette in fila: la socialista cilena MIchelle Bachelet, il populista boliviano Morales, il brasiliano Lula e l’arrabbiato venezuelano Chavez, ci aggiunge un probabile  Ollanta Humala in Perù (e forse pure il Messico) e osserva.

D’accordo, ci sono differenze anche grandi, ma tutti questi leader politici hanno un comune denominatore: nel lotto dal quale sono stati estratti sono i più critici con gli USA. Che fine ha fatto il giardino di casa? Non è che l’egemonia USA stia scricchiolando un po’? E’ tutto in ordine nelle politiche americane?

Pure Camillo, il 25 gennaio, faceva il punto: in USA, Gran Bretagna, Australia, Portogallo, Canada, Polonia "hanno vinto i partiti pro regime change in Iraq". E in Germania "ha perso la sinistra pacifista", e in Francia "Cirac ha perso europee e venti regioni su venti".

Camillo titola il post Dunque e domanda infine: e in Italia? La domanda me la pongo anch’io, ma i punti, i "dunque", sono due. 

Che bello!

Poiché sto tenendo un corso di Filosofia del linguaggio su Gadamer (porzioni di Verità e metodo, Linguaggio) mi corre l’obbligo di segnalare questo Gadamer e le arti di Osvaldo Rossi. A quel che leggo, Gadamer ne sarebbe stato lusingato. E’ possibile. Però se le "acute e penetranti osservazion" dell’Autore sull’arte contemporanea vanno solo nel senso di ciò che in essa si sarebbe perso, non è che renda a Gadamer un buon servizio. Mi pare ad esempio che Non vedi niente lì? Sentieri tra arti e filosofie del ‘900 si spinga molto più avanti nell’impiego di concetti ermeneutici per pensare il bello contemporaneo.