Poiché sto tenendo un corso di Filosofia del linguaggio su Gadamer (porzioni di Verità e metodo, Linguaggio) mi corre l’obbligo di segnalare questo Gadamer e le arti di Osvaldo Rossi. A quel che leggo, Gadamer ne sarebbe stato lusingato. E’ possibile. Però se le "acute e penetranti osservazion" dell’Autore sull’arte contemporanea vanno solo nel senso di ciò che in essa si sarebbe perso, non è che renda a Gadamer un buon servizio. Mi pare ad esempio che Non vedi niente lì? Sentieri tra arti e filosofie del ‘900 si spinga molto più avanti nell’impiego di concetti ermeneutici per pensare il bello contemporaneo.
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Sono curioso di leggerlo…
è uscito lo stesso anno in cui mi sono laureato su temi affini..
la prossima volta che passo in libreria mi sa che lo prendo (o più realisticamente lo prenoto)
Se parliamo di bello contemporaneo lei ha ragione, Massimo, ma se parliamo di arte contemporanea purtroppo ha torto. Per fortuna la grandezza di Gadamer gli ha impedito di fare il critico d’arte.
Bernardo
in effetti, nell’articolo il paragrafo sull’arte contemporanea mi sembra criticabile
soprattutto quello che mi lascia più perplesso nell’articolo è la “fruizione non mediata, nè meditata”, vorrei capire meglio a cosa ci si riferisce… perchè mi pareva di aver capito il contrario..
“Chi crede che l’arte moderna sia degenerata non riuscirà mai a capire adeguatamente la grande arte delle epoche passate. Bisogna imparare che si deve prima sillabare un’opera d’arte, e poi si deve imparare a leggerla, e soltanto allora essa comincia a parlare. L’arte moderna è un buon avvertimento per chi crede che, senza sillabare, senza imparare a leggere, si possa udire ancora il linguaggio dell’arte antica”
Mi permetto di segnalare: H.G. Gadamer, Scritti di Estetica, Aesthetica, Palermo 2002.
G.B.
http://www.unipa.it/~estetica/_home.html