Il Papa ha ieri "ricevuto in udienza i partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita e al Congresso Internazionale sul tema L’embrione umano nella fase del reimpianto”, e ha detto: "L’amore di Dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo o l’anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza. Non fa differenza perché in tutti ravvisa riflesso il volto del suo Figlio Unigenito".
La cosa sta (comprensibilmente), su molti giornali. A me però piace riportare quest’altro passaggio, a proposito dell’origine della vita umana, "un mistero il cui significato la scienza sarà in grado di illuminare sempre di più, anche se difficilmente riuscirà a decifrarlo del tutto".
Difficilmente? Quindi il Papa non esclude che la scienza possa decifrare del tutto? Pensa che è difficile, ma che in fondo ce la si può fare? Il mistero non è allora detto che sia davvero tale? Insomma, che genere di prudenza c’è, dietro quest’avverbio? Cosa c’è che non va nell’affermazione: la scienza non potrà mai, ecc. per cui il Papa non ha osato pronunziarla? Cos’è, linguaggio politically correct?
(Fonte: Fides)