Giulio Ferroni recensisce Alessandro Baricco Questa storia, e scrive: "Baricco si pone probabilmente come il Valentino Rossi della letteratura".
(E’ accaduto questo: che Citati e Ferroni hanno dedicato qualche velenosa battuta a Baricco. Che Baricco ha replicato formidabilmente. Altri sono intervenuti. Poi ha replicato lo stesso Ferroni, che tra l’altro ha ricordato che non è vero, come lamenta la scrittore, che lui non abbia letto e recensito Baricco. Wittgenstein ha linkato la recensione, da cui ho prelevato il giudizio di sopra).
Musil scriveva, un po’ di tempo fa: "E un giorno anche Ulrich smise di voler essere una speranza. A quel tempo s’incominciava già a parlare di geni del foot-ball e del ring, ma nelle cronache dei giornali trovava posto tutt’al più un geniale centro-avanti o un grande tennista ogni dieci geniali inventori, tenori o scrittori. Lo spirito nuovo non si era ancora saldamente affermato. Ma proprio allora Ulrich lesse su un giornale, come il primo presagio di una rigogliosa estate la frase ‘un geniale cavallo da corsa’. Era la cronaca di un sensazionale concorso ippico, e forse l’autore non era neanche cosciente della straordinaria trovata che lo spirito collettivo gli aveva suggerito […] Durante tutta la sua gioventù trascorsa nelle caserme, Ulrich non aveva quasi udito parlare d’altro che di cavalli e di donne; sfuggito a quell’ambiente per diventare un uomo notevole, ecco che, quando, dopo alterne vicende, avrebbe dovuto sentirsi vicino alla meta dei suoi sforzi, lo salutava di lassù il cavallo geniale che era arrivato prima"