Notiziole

Che il Presidente del Senato Marcello Pera fosse diventato da associato di filosofia della scienza ordinario di filosofia teoretica per poi ripassare, con abile manovra di aggiramento, a filosofia della scienza, lo sapevo. Non sapevo chi l’ha messo in cattedra, chi c’era nella commissione che gli ha dato l’ordinariato. Oggi l’ho saputo, da fonte certa, anzi direttamente dall’interessato (non da Pera).

Fra gli altri, c’era Vincenzo Vitiello. Fra coloro che non vinsero quel concorso, c’era Giorgio Agamben.

15 risposte a “Notiziole

  1. utente anonimo

    di certo in una commissione (non so se da ricercatore a ordinario o da ordinario a ordinario) c’era vattimo, che non smette, quando lo sento, di lamentarsi della leggerezza compiuta…

  2. Dovevano bocciarlo in prima elementare. Pera, non agamben.

  3. E’ un po’ penoso leggere le delusioni postume – politicamente motivate – di questi membri della commissione che ha abilitato Pera all’insegnamento. Primo, è un attacco personale di bassa lega. Secondo, le commissioni sono TUTTE di stampo mafioso o quasi. Terzo, se Pera è un imbecille e lo era anche quando è stato abilitato, per coerenza i membri delle commissioni dovrebbero lasciare le università dove insegnano: non sanno fare il loro lavoro. E via dicendo.

    Saluti

  4. O forse: per vincere un concorso a professore ordinario non occorre essere particolarmente geniali, o svegli, o brfave persone. (Cioè: non che per errore possa non occorrere, è che magari proprio non è necessario, si valuta altro).

  5. Caro Herakl. non c’è nulla di penoso in quella vicenda (per la parte che riguarda Pera). E non si tratta di lamentele postume dei commissari. Qui, chi si lamenta sono io.

  6. utente anonimo

    GASP. Grazie, AP, mi hai davvero depresso!

    Tommaso Giartosio

  7. Massimo, calma. Non credo sia questo il ‘problema’, la ‘questione’. Almeno per tuo ‘compare’ Pera. So quanto lo ami, ho letto, mi sorprende la tua sorpresa.
    Ti faccio, invece, un’altra domanda: chi lo ha portato all’associatura, con quali testi, con quale posizione, con quale ‘base’ filosofica?
    Non fare lo strabico, non essere ‘accecato’ anche tu, dalla dinamica ‘accademica’. Più importante, lo dovresti sapere, è come si accede ai primi livelli universitari, più che per quale alchimia stratosferica si accede all’ultimo livello universitario.
    Adinolfi, hai letto i primi libri di Pera, quelli su Popper degli inizi degli anni ottanta e le sue introduzioni successive? Penso di no…..

    emilio/millepiani

  8. utente anonimo

    Caro AP, se ho capito bene sei tu che ti lamenti e non, ad esempio, il tuo maestro Vitiello. Se è così sei messo male. Che speranze hai, essendo così diverso da Pera, che il tuo maestro ti apprezzi? E comunque come fai a stimarlo (il maestro) se questo non è neanche un pò pentito di una cosa di cui tu ti lamenti pubblicamente e fortemente?

  9. Vent’anni fa, quando si svolse il concorso, Pera aveva scritto Hume Kkant e l’induzione e la scienza sulle palafitte (che ho letto, emilio). Era un candidato rispettabile, tanto quanto gli altri. Però non era il candidato ‘portato’ da Vitiello. Poi non ho detto che Vitiello sia entusiasta di Pera (in effetti, non lo è affatto). Ho detto solo che il post ha ad oggetto le mie lamentazioni. (E, se posso permettermi, Vitiello mi stima abbastanza)

  10. utente anonimo

    Le uniche cose decenti che Pera ha scritto sono quelle che gli ha fatto scrivere Geymonat.
    Poi si è messo a pensare da solo.
    L’alternativa tra Agamben e Pera è classica e, naturalmente, ha vinto Pera. Similia similibus etc.
    Luisa Muraro è andata in pensione come ricercatrice universitaria.
    Chi sa quale ruolo accademico ha (e dove) il “filosofo” Buttiglione? e quali libri interessanti ha scritto?
    La domanda è sincera e non polemica.

    raffaele ibba

  11. Tuttavia neanche la produzione di Agamben nell’83 era vastissima.
    (E bada, non sono sospettabile di pensare che Pera sia meglio di Agamben)

  12. utente anonimo

    Vastità o profondità?
    Su cosa decide l’Università Italiana di oggi?
    E quella Usa?
    E quella Inglese?

    Io non lo so.
    Ma ho dubbi sulla vastità di per sé.

    raffaele

  13. Il punto è che tanto Vattimo quanto altri hanno sollevato dubbi sul merito con cui Pera ha vinto il concorso, nell’83. Il confronto con Agamben è solo retorico, non sostanziale. Quello cui si pensa è l’Agamben di lavori successivi, non quello dell’83. E i primi lavori di Pera sono rispettabili (quello su Popper persino buono, mi pare).
    Il punto è che – lamentazioni di Massimo a parte – non è un buon argomento politico cercare di sconfessare Pera in quanto studioso. Mi pare che il nodo della questione sia un altro, il solito: occupato il posto, uno può smettere di studiare, di pubblicare e persino di pensare. Tanto, in Italia, dal libro paga dello Stato non ti toglierà mai nessuno.

    Sulla Muraro. Ma siamo convinti che sia questa grande pensatrice?

    Saluti

  14. utente anonimo

    Quanto tempo dedica un influente professore ordinario alle cosiddette questioni di cucina, vale a dire all’organizzazione e all’espletamento delle procedure concorsuali? Quante ore a settimana? Quanti fax, quante telefonate, email, cene e viaggi a carico del dipartimento? Perché non proviamo a quantificare, magari girando la domanda a Vitiello? G.B.

  15. Girerò la domanda. Cercando di avere il valore assoluto e la percentuale sul monte ore di lavoro.
    E’ il caso di aggiungere che a me già ora pare alquanto complicato fare attività di studio e di ricerca e vita (diciamo) accademica.

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