Archivi del giorno: marzo 24, 2006

Zizek, Vitiello e il New York Times

Il versatile Zizek era ospita la scorsa settimana del New York Times, me ne accorgo solo ora. Il pezzo (per utenti registrati online) s’intitola Defenders of the Faith e ha il problema di restituire dignità all’ateismo, contro l’argomento corrente che solo grazie alla religione l’uomo scopre la dimensione morale, va oltre i suoi spiriti animali. Zizek comincia da Dostoevskij, da "se Dio non c’è tutto è permesso" (I fratelli Karamazov), anche perché Andrè Glucksmann ha scritto Dostoevskij a Manhattan, per interpretare l’11 settembre in termini di godless nichilism.

Zizek osserva: l’argomento non potrebbe essere più sbagliato: la lezione del terrorismo di oggi è che se Dio esiste, allora ogni cosa, ivi compreso far saltare in aria migliaia di persone innocenti, è permessa.

Io questa l’ho già sentita, anzi letta in V. Vitiello, Cristianesimo e nichilismo. Dostoevskij e Heidegger: "O non è vero il contrario? Se Dio esiste, tutto è permesso: perché il Dio sole dell’universo, il Dio che dà vita e luce al mondo, il Dio che è Bene Sommo […] il Dio che il nichilista nega, non può per la sua bontà creatrice, per il suo amore per ciò che lui stesso ha creato – non può che redimere ogni male" – con ogni mezzo.

Detto però che in nome di Dio se ne fanno di cotte e di crude, Zizek scrive: "Fundamentalists do what they perceive as good deeds in order to fulfill God’s will and to earn salvation; atheists do them simply because it is the right thing to do". Ora questa che cos’è: una critica del fondamentalismo? Una critica dell’ateismo? Una critica di entrambi? Dal seguito dell’articolo, in cui si rivendica la moralità dell’ateismo (dell’azione morale senza premi divini), e in cui si individua l’unicità d’Europa in ciò, che è la sola civiltà in cui l’ateismo è un’opinione pienamente legittima, è anzi quell’opinione che permette di costruire lo spazio in cui tutti i credenti credono, si capisce quale valore abbia per Zizek una posizione ateistica. Ma allora perché quella frase, che sembra mettere sullo stesso piano fondamentalismo e ateismo? C’è un falso ateismo e uno vero (a true atheist, scrive Zizek alla fine: il vero ateo tratta i credenti come persone serie, adulte, e responabili)? Ma qual è quello falso, visto che Zizek, il leninista Zizek, cita lo stalinismo insieme al fondamentalismo islamico per dimostrare che tutto è permesso agli uni senza Dio e agli altri con Dio, e prende poi ad esempio quel giornale liberale sloveno che al contempo ha pubblicato le vignette danesi anti-maomettane ed è favorevole alla costruzione di una moschea a Lubiana? Il leninista Zizek è diventato liberale? Oppure è liberale quel minimo che è necessario a scrivere sul New York Times?

Non ho capito.

Il programma

Vorrei segnalare ai signori ministri e sottosegretari che, più solerte di tutti, il Ministro per l’Ambiente e la Tutela del Territorio ha già steso i cinque punti del suo programma di governo.