Il versatile Zizek era ospita la scorsa settimana del New York Times, me ne accorgo solo ora. Il pezzo (per utenti registrati online) s’intitola Defenders of the Faith e ha il problema di restituire dignità all’ateismo, contro l’argomento corrente che solo grazie alla religione l’uomo scopre la dimensione morale, va oltre i suoi spiriti animali. Zizek comincia da Dostoevskij, da "se Dio non c’è tutto è permesso" (I fratelli Karamazov), anche perché Andrè Glucksmann ha scritto Dostoevskij a Manhattan, per interpretare l’11 settembre in termini di godless nichilism.
Zizek osserva: l’argomento non potrebbe essere più sbagliato: la lezione del terrorismo di oggi è che se Dio esiste, allora ogni cosa, ivi compreso far saltare in aria migliaia di persone innocenti, è permessa.
Io questa l’ho già sentita, anzi letta in V. Vitiello, Cristianesimo e nichilismo. Dostoevskij e Heidegger: "O non è vero il contrario? Se Dio esiste, tutto è permesso: perché il Dio sole dell’universo, il Dio che dà vita e luce al mondo, il Dio che è Bene Sommo […] il Dio che il nichilista nega, non può per la sua bontà creatrice, per il suo amore per ciò che lui stesso ha creato – non può che redimere ogni male" – con ogni mezzo.
Detto però che in nome di Dio se ne fanno di cotte e di crude, Zizek scrive: "Fundamentalists do what they perceive as good deeds in order to fulfill God’s will and to earn salvation; atheists do them simply because it is the right thing to do". Ora questa che cos’è: una critica del fondamentalismo? Una critica dell’ateismo? Una critica di entrambi? Dal seguito dell’articolo, in cui si rivendica la moralità dell’ateismo (dell’azione morale senza premi divini), e in cui si individua l’unicità d’Europa in ciò, che è la sola civiltà in cui l’ateismo è un’opinione pienamente legittima, è anzi quell’opinione che permette di costruire lo spazio in cui tutti i credenti credono, si capisce quale valore abbia per Zizek una posizione ateistica. Ma allora perché quella frase, che sembra mettere sullo stesso piano fondamentalismo e ateismo? C’è un falso ateismo e uno vero (a true atheist, scrive Zizek alla fine: il vero ateo tratta i credenti come persone serie, adulte, e responabili)? Ma qual è quello falso, visto che Zizek, il leninista Zizek, cita lo stalinismo insieme al fondamentalismo islamico per dimostrare che tutto è permesso agli uni senza Dio e agli altri con Dio, e prende poi ad esempio quel giornale liberale sloveno che al contempo ha pubblicato le vignette danesi anti-maomettane ed è favorevole alla costruzione di una moschea a Lubiana? Il leninista Zizek è diventato liberale? Oppure è liberale quel minimo che è necessario a scrivere sul New York Times?
Non ho capito.