E’ il titolo del pezzo su Left Wing. Anche la goccia non è niente male: Gli ultimi paladini del cristianesimo.
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il pezzo è di un nitore quasi commovente. sai che quando si parla di weber un po’ mi scappa la lacrima 😉
Ma la forza del cristianesimo non è tanto nell’a priori di cui parla Dietrich Bonhoeffer.
Questa è diventata dominante solo nel XX secolo, appunto. Precedentemente non esisteva. Mi pare che sia, tra l’altro, una forma più specificatamente protestante.
Che essa non esista più mi par ovvio.
L’unico a priori sulla religione è che essa è un fatto linguistico derivante dal problema della morte, cioè della considerazione del fatto che c’è chi muore e noi vogliamo sapere che fine ha fatto.
Ma questo non è l’a priori di cui parla Bonhoeffer.
Quindi la nostra epoca è quella scristianizzata ed atea per eccellenza, e questo è tanto più vero in quanto c’è anche un’altra ragione, più forte.
Il mercato è il vero Dio onnipotente di quest’epoca; e lo è sul serio, nel senso che ha una forza di dominio e di trasformazione spaventosa (pensate a cosa è successo negli ultimi cento cinquant’anni, a partire dall’invenzione dell’energia elettrica).
Quindi l’altro Dio, quello messo in Croce, non può esistere più sulla base di una pura struttura teo-filosofica.
Solo l’amore lo recupera.
A partire dal fatto che la parola ‘amore’ è di una genericità sostanziale e, quindi, di un appiglio a “possibili diversi” altrettanto sostanziale.
Praticamente mi rifersisco al primo cristianesimo, che opera in un mondo altrettanto ateo ed indifferente a Dio di questo.
Ed altrettanto potente, da qualche punto di vista non secondario (come quello politico-linguistico).
ciao
raffaele ibba
qualcuno mi spiega con parole spicciole a che si riferiva Bonhoeffer con quell ‘a priori’?
Per l’anonimo: la scolastica neokantiana (Rickert ecc.) tentava di estendere il metodo kantiano escogitando ogni genere di tavola di categorie, in modo da giustificare ogni espressione storicamente determinata di cultura trovandone la fondazione trascendentale nel soggetto. Eccoti l’apriori religioso, ma all’occorrenza avrebbero trovato anche l’apriori del mestiere del parrucchiere. Ma si trattava di atteggiamento appunto scolastico, e meccanico, che affascinava i teologi incapaci di accettare la religione e la chiesa come semplici istituzioni sociali, utili. La vecchia cultura italiana sorrideva senza timore di queste ingenuità, perché si sentiva libera di giudicare dei valori antichi e moderni senza bisogno di questo genere di “fondazioni” care ai tedeschi.
Per Mr. Azione: stavolta mi sei piaciuto. Ma ti chiedo: non sarebbe il caso di ridimensionare questo benedetto concetto di “Occidente”, intendendolo come cartellino empirico (quale è) e non come categoria?
caro neoclassico,
non so se con mister Azione ti riferisci a me; tutto sommato non credo.
Ma due cose vanno dette.
La prima è che “Occidente” è un termine meramente storico, che indica alcuni percorsi vincenti ne mondo e risalenti agli ultimi tre secoli, specie provenienti dalle società anglossassoni.
La seconda è che “religione, chiesa” sono certamente istituzioni sociali, variamente utili a seconda del punto di vista.
Ma da queste vanno differenziate l’esperienza giudaico-cristiana, che è altra cosa, e quella buddista, che è anch’essa altra cosa.
Almeno sono anche (per me sopratutto) altra cosa che non può essere mischiata impunemente con tutto il resto di ciò che è religione e chiesa.
raffaele ibba
Veramente Mr Azione è rivolto ad Azione Parallela
caro Anonimo,
ci credo che ti confondi. questi se le cantano e se le suonano ch’è un piacer.