Archivi del giorno: aprile 6, 2006

Preghiere

Il filosofo della politica Alberto Mingardi scrive una lettera per dire la sua irrittazione: com’è tutta questa commozione per il piccolo Tommaso? Come mai gli stessi che piangono per il piccolo Tommaso piangono anche i bambini mai nati, che non vedono nemmeno per un giorno la luce? Possibile che la differenza la faccia il mezzo, il badile?

Ora, a parte che uno chiederebbe volentieri ad Alberto MIngardi una riflessione sul ruolo dei mezzi di comunicazzione, ma poi: Alberto Mingardi non riesce a pensare alla tragedia dell’aborto, e lo capisco. Ma significa che piange all’anno duecentomila volte, per quanti sono gli aborti in Italia (e perché poi piangere solo per gli aborti in Italia? perché limitarsi a quelli?). Oppure non piange mai, né per gli aborti né per Tommaso? O forse, in quanto filosofo, non piange perché riflette soltanto (però si irrita anche)? Ma allora perché non scrive una lettera alla mamma del piccolo Tommaso, per spiegargli che il suo dolore è lo stesso che prova (o dovrebbe provare) una mamma che ha abortito? Oppure non è il caso, perché delle differenze ci sono? E se ci sono delle differenze, perché Mingardi mi chiede di piangere Tommaso così come dovrei piangere per un’interruzione volontaria (volontaria) di gravidanza? Per il bambino, certo: uno è stato rapito e poi ucciso; gli altri…gli altri che muoiono a causa di un aborto che ne dite se pensiamo che siano sequestrati nel grembo materno e poi uccisi (che è delitto ancora più efferato di quello di Parma, poiché è perpetrato dalla madre)? Piace l’idea ad Alberto Mingardi? Trova che così piangeremmo tutti quei bambini? E lui ha già pronta la lettera per quando sarà condannata, se dovesse esserlo, Anna Maria Franzoni: anche lì scriverà al giornale per ricordarci le calde lacrime che dovremmo spendere per l’aborto, per i duecentomila aborti, come per Samuele. Dov’è infatti la differenza? Forse nella premeditazione, perché una donna che abortisce ci pensa prima? (Ma poi, quando ad Alberto Mingardi capita di piangere per questo e per quello, ci pensa prima un po’ su e trova che questo somiglia a quest’altro e quello a quell’altro ancora per cui niente pianti?)

Magister, che riporta la lettera e ci tiene a farci sapere che Mingardi è un enfant prodige, Magister si chiede "in quante messe, in quante omelie, in quante preghiere dei fedeli" si sono formulati pensieri simili? Forse ho un’idea sbagliata della preghiera, ma speriamo proprio in nessuna.

(Mingradi ha un angolo tutto suo: bisogna che lo segua un po’).

Philomag

E’ nelle edicole (francesi) il primo numero di Philosophie, il magazine che tenta di conciliare filosofia e giornalismo: "Da un lato, far scoprire la ricchezza e la profondità del lavoro dei filosofi. Dal’altro, mostrare che il sapere non è, per il filosofo, uno stock di riferimenti al passato, ma ha presa su ciò che nel presente è in gioco".

Bimestrale, costa 4,90 euro. E, ça va sans dire, il primo speciale è su Spinoza, l’insoumis. (Qui una descrizione più dettagliata dei contenuti di questo primo fascicolo. E questo è il neonato blog della rivista)

Bavagli

Al Grand Palais Italia nova, une aventure de l’art italien 1900-1950. Questa è la recensione della mostra apparsa su Le Monde: la curatrice ha trovato il modo di non usare mai la parola fascismo!