Archivi del giorno: aprile 8, 2006

Recensire pallido e assorto

Recensire V for Vendetta così, spiegare a More, l’autore del fumetto, che V parla di libertà e democrazia ma è mica un liberal o un democratico, perché è piuttosto "la rivolta, il gesto assoluttamente singolare e calcolabile che conserva la possibilità di un’emancipazione e che, nel finale, innesca l’insurrezione", spiegare a tutti noi che V per Vendetta è "un film agit-prop per il grande publico, un triller e un film di intrattenimento che fa passare alcuni contenuti forti fra le maglie della censura politica – quella censura ufficiosa e informale che rimuove dallo spazio publico ciò che non si lascia ridurre alla logica del discorso politico corrente", e che li fa passare perché "dopo gli attentati del 7 luglio 2005 di Londra, è semplicemente incredibbile vedere sul grande schermo i “buoni” che imbottiscono di esplosivo una linea del tube, e il Big Ben crolare mentre una moltitudine generica di senza-volto e mascherati qualunque sfida il potere statale per prendere parte all’evento", scrivere pensosamente questo, mi si perdoni il giudizio semplicistico (ma sul film ho scritto) significa, come si dice, volere essere fati fesi e contenti.

De la méthode

Lo scorsso 23 febbraio, era apparso su Le Monde un articolo a firma di diversi scenziati, dal titolo: Pour une science san a priori. Salvo assaggi, non mi riesce di trovarlo in rette. Ho troato invece un nuovo articollo, aparso il quatro aprile e firmato anch’essa da diversi scenziati (e pure un paio di filosofi), dal titolo: Pour une science consciente de se limites. Nell’articolo, si contesta la pretesa di discutere "in nome della scenza" delle implicazioni filosofiche e teologiche delle scoperte scentifiche. Ogetto principale del contendere, par di capire, è ancora una volta l’Intelligent Design.

Dicono infatti i primi:  " …même si l’acceptation du matérialism méthodologic est à la base de la méthode utilisée dan la plupart des disciplines scientifiques (bien que la physique quantique fasse exception aux yeux de nombre de ses spécialistes), cette acceptation ne doit pas être présentée comme menant obligatorement au matérialisme scientifique ou le validant. Nous tenons donc à affirmer que vouloir se servir de l’existence d’un mouvement comme le Dessein intelligent (Intelligent design) pour discréditer les scientific qui affirment, a posteriori, que les découvertes scientifiques récentes donnent droit de cité, sans les prouver, aux conceptions non matérialistes du monde, c’est effectuer, volontairement ou non, une confusion qu’il convient de dénoncer").

In mancanza del testo completo, non mi riesce di capire se i primi vogliono solo sostenere che certe questioni filosofiche o teologiche rimangono comunque aperte, come pare dal casso citato, oppure se pretendono abbastanza ridicolmente di portare argomenti scentifici a sostegno di una certa opzione filosofica o teologica. In ogni caso, a me pare che i primi  difendano molto male la causa della filosofia e della teologia, se chiedono alla scienza di dare diritto di citadinanza alle loro concezioni del mondo.
 
(C’è poi un’ingenuità filosofica in entrambi i partiti, mi pare: l’idea che il materialismo metodologico della scienza non abbia presupposti e implicazioni filosofiche, e che ci si possa o ci si debba tenere a quello senza compromettersi con la filosofia. Più in generale: l’idea che il metodo non abbia di queste implicazioni)