Archivi del giorno: aprile 12, 2006

Perché i filosofi muoiono

Non lo so, anche se non mi sembra una bella cosa. Se invece si vuol sapere come muoiono, si può vedere qui. (Ma si trovano cose tipo: Leibniz è morto di monadnucleosis, Levi-Strauss divorato dagli indigeni, Descartes ha smesso di pensare, Freud è morto nel sonno, Malebranche per cause occasionali, Spinoza per abuso di sostanza…,  Sesto Empirico per dubbie cause, Durkheim si è suicidato, mentre la morte di Ayer è inverificabile). (Grazie a Leiter Reports).

I dieci comandamenti

1. You shall give everything away free (free access, no copyright); just charge for the additional services, which will make you rich.
2. You shall change the world, not just sell things.
3. You shall be sharing, aware of social responsibility.
4. You shall be creative: focus on design, new technologies and science.
5. You shall tell all: have no secrets, endorse and practise the cult of transparency and the free flow of information; all humanity should collaborate and interact.
6. You shall not work: have no fixed 9 to 5 job, but engage in smart, dynamic, flexible communication.
7. You shall return to school: engage in permanent education.
8. You shall act as an enzyme: work not only for the market, but trigger new forms of social collaboration.
9. You shall die poor: return your wealth to those who need it, since you have more than you can ever spend.
10. You shall be the state: companies should be in partnership with the state.
Cosa sono? Sono i dieci comandamenti dei comunisti liberali (o liberal: affianco a comunista la distinzione perde senso), secondo Slavoj Zizek. I comunisti liberali somigliano ai socialfascisti di una volta: come quelli erano finti socialisti, che in realtà facevano il gioco dei fascisti, così questi sono finti comunisti, che fanno il gioco del capitalismo liberale. Smussano gli aspetti odiosi del sistema, e così lo perpetuano, quando invece si tratta di abbatterlo. Niente di nuovo, si dirà: ma poiché Zizek ha scritto questo pezzo per mostrare che, dietro l’accattivante modernità, questi ‘comunisti liberali’ non hanno niente di nuovo, è bene ricordare che anche la sua prosa, pur’essa gustosa e accattivante, ammoderna schemi piuttosto vecchi.
Zizek, lo smascheratore del "vero nemico" con il volto amico, chiude citando la tesi di Balibar, per il quale la violenza è oggettivamente legata al sistema capitalistico. E scrive: i comunisti liberali “possono anche combattere la violenza soggettiva, ma rimangono gli agenti della violenza strutturale che crea le condizioni della violenza soggettiva”.
(Per la cronaca, i campioni di questo atteggiamento che prima affama, o è alleato con gli affamatori, e poi solidarizza, sono Soros e Gates).
Come si vede, la logica rivoluzionaria del discorso di Zizek non si discosta molto dal ‘tanto peggio, tanto meglio’.