Archivi del giorno: luglio 3, 2006

Neotenia

Giorni fa georgiamada aveva dedicato un bel post a un tema che ancora oggi interessa l’antropologia filosofica, ma che nasce quasi cent’anni fa: la neotenia,  con rimandi importanti a una recensione di Blok e a un filosofo ingiustamente dimenticato, Enzo Melandri. (La neotenia, il fatto cioè che il piccolo, meraviglioso  Mauro che ho in braccio, con tutta evidenza, doveva starsene un altro po’ nel pancione, perché è venuto fuori che ancora non sa stare al mondo, e dobbiamo pensarci noialtri. Insomma: nasciamo tutti un po’ prematuri, e manteniamo caratteri infantili anche quando siamo ormai grandicelli). 

Su questa cosa della neotenia molti oggi investono molto (in Italia, De Carolis e Virno, ad esempio). E’ una roba importante: si vuole reperire nelle caratteristiche biologiche della specie, dunque su un terreno sufficientemente empirico, la ragione di quell’apertura al possibile che sembra caratterizzare la specie umana. E per giunta, lo si vuol fare togliendosi lo sfizio di farla dipendere non da qualcosa che gli uomini abbiano in più rispetto agli animali, ma da qualcosa in meno.

Mi sono preso allora la briga di segnalare questo rinnovata attenzione filosofica a uno studioso di filosofia della biologia, che ne sa molto di più di me (non ci vuol molto: io ne so poco o nulla). Il quale mi ha risposto press’a poco così: a parte il fatto che la neotenia non è esclusiva dell’uomo., ma se uno vuole la base empirica per le proprie ipotesi speculative, dica pure fin dove la segue. E cioè: è tutto da dimostrare che il vasto mondo umano deve le sue proprietà alle caratteristiche neoteniche della specie.

La risposta mi soddisfa. Qualora si dimostrasse che da certe caratteritiche della specie discende necessariamente il modo umano di stare al mondo, che resterebbe di quel modo umano? Al più, si può raccontare una storia, e indicare un lotto di condizioni necessarie, ma mai anche sufficienti, proprio perché si vuole che proprio dell’uomo sia l’avere condizioni insufficienti.

(Proprio dell’uomo – ma heideggereggerei un po’, e direi: dell’Esserci – è che il prima viene prima, ma anche dopo. Quel che è insufficiente prima diviene sufficiente dopo. Al prima non manca nulla, insomma, e tuttavia non gli manca nulla non prima, ma dopo).

Cosa c'è

Nuovo numero di Left Wing. Con un sacco di sport, un editoriale sul partito democratico e una sorpresa.

Di mio c’è, immaginificamente parlando, La nuova Sodoma delle letteratura, e Tzara su Poesia e giornali.